Un detenuto maghrebino con problemi mentali ha appiccato il fuoco nella sua cella del carcere di Taranto per togliersi la vita. Il tentato suicidio è avvenuto sabato 16 ottobre nel reparto isolamento, a poca distanza dall’ infermeria in cui è rinchiuso Michele Misseri, reo confesso dell’ omicidio della nipote Sarah Scazzi.
A darne notizie è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria che parla di ”tragedia sfiorata, evitata grazie all’ intervento degli agenti”. Il detenuto, con un accendino, ha dato fuoco al materasso e alle suppellettili. Un fumo intenso ha avvolto subito l’intera sezione isolamento ove erano rinchiusi altri detenuti, che hanno cominciato a chiedere aiuto.
Il Sappe ribadisce che questo episodio ”non è che l’iceberg di una situazione di disagio e malessere che viene vissuta nel carcere di Taranto a causa dell’ormai non piu’ accettabile sovraffollamento di detenuti: oltre 600 a fronte di 260 posti, e che scatena comportamenti sempre piu’ drammatici dei detenuti”.