Taranto, medico 118 ha detto "Tra 10 minuti muori" per spronare il paziente che rifiutava la mascherina Taranto, medico 118 ha detto "Tra 10 minuti muori" per spronare il paziente che rifiutava la mascherina

Taranto, medico 118 ha detto “Tra 10 minuti muori” per spronare il paziente che rifiutava la mascherina

Tra 10 minuti muori“. Il medico di Taranto che lo ha detto al paziente di Covid si difende. Sostiene di averlo detto “per spronarlo”. Effettivamente, non fa una piega.

Nel senso che si possono processare le azioni, magari anche le intenzioni. Ma quando si tratta di parole, diventa arduo avere una teoria assoluta. Proviamo a spiegarci: se io vedo una persona in una situazione disperata, ho due possiblità. O cerco di assisterlo con delicatezza o cerco di spronarlo con una sorta di terapia d’urto.

Poi possiamo criticare il metodo. Sostenere che io ne preferisco uno all’altro. Ma qua entriamo in un altro ambito. Se dovessimo tutti criticare tutto, allora nessuno farebbe più niente. Per paura di sbagliare. In epoca di Coronavirus i medici sono sosttoposti a una pressione non indifferente. E devono quasi sempre prendere decisioni in pochi minuti, quando non si tratti di secondi.

Il medico di Taranto che ha detto: “Tra 10 minuti muori”

“Ho detto che se continuava così dopo dieci minuti sarebbe morto? Non ricordo bene l’esatta frase ma è stata mal interpretata. Dieci minuti perché io gli dovevo mettere comunque un po’ di timore a questo signore che continuava a dire di no, rifiutandosi di indossare la maschera. Non è che dopo dieci minuti è morto. Gli ho detto così per rinforzare quella che era in quel momento la mia disperazione da medico emergentista. Come sempre dice il nostro direttore, il nostro lavoro si basa non sui minuti ma sui secondi”. Così A.C,, medico del 118 di Taranto, ha chiarito nel corso di una conferenza stampa.

Conferenza stampa cui hanno partecipato anche il direttore generale dell’Asl e il direttore del 118. Si parlava del caso di un paziente Covid di 78 anni, ex poliziotto, che era ricoverato all’ospedale Moscati dove è morto. La mattina del 3 novembre gli avrebbe urlato la frase “Fra dieci minuti muori”, perché il paziente si rifiutava di indossare la maschera Cpap. Nella stessa giornata l’anziano è deceduto e sua figlia, avvocato di Martina Franca, ha denunciato l’accaduto. Sostenendo di aver subito una sorta di aggressione verbale da parte del medico con il quale aveva parlato al telefono. 

L’esempio del bambino che corre per strada

“Se un padre – ha osservato il medico – vede suo figlio uscire di corsa dalla macchina e andare per strada, finché con calma gli dice di non scendere e di rimanere in macchina, il bambino è stato già investito. Il padre, invece, grida: stai qua, non uscire dalla macchina. Questo è stato l’urlo del dottore nei confronti di una persona che in quel momento non voleva indossare quella maschera salva-vita. Il paziente aveva una saturazione bassissima, una concentrazione di ossigeno al limite”.

Non “è servito – ha aggiunto il medico – nemmeno chiamare l’anestesista per provare a convincerlo: lo specialista infatti gli ha parlato dei suoi nipoti e gli ha chiesto di sacrificarsi in quel momento, mettendo la maschera, proprio per poterli rivedere. Non c’è stato verso”.

Secondo il dottore “non è facile gestire, come ha detto il direttore della Pneumologia, il caso di un paziente che sta rispondendo male alle terapie e all’aggressione virale. L’unica speranza che gli potevamo dare per tentare di salvargli la vita era la maschera: il paziente purtroppo non l’ha messa”.

“La mia – ha insistito il medico – è stata una reazione istintiva nei confronti di un paziente che ancora una volta diceva di no. A quel punto gli ho chiesto il permesso di rispondere al suo telefonino che squillava e rispondere alla figlia per dirle che la situazione era davvero critica. Tutto inutile. Purtroppo il paziente dopo circa 2 ore non ce l’ha fatta”.

“Ho conservato come in una cassaforte – ha concluso il dottore – i messaggi su whatsapp con la figlia, perché le ho dato la mia disponibilità per spiegarle cosa fosse accaduto e un conforto psicologico per la perdita del padre. Quella che è una sconfitta della famiglia è in primis una nostra sconfitta”. (Fonte Ansa)

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