Taranto, ragazza disabile abusata da conducenti: indagati 8 autisti Amat, si appartavano coi bus

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Luglio 2021 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA
Taranto, ragazza disabile abusata da conducenti: indagati 8 autisti Amat, si appartavano coi bus

Taranto, ragazza disabile abusata da conducenti: indagati 8 autisti Amat, si appartavano coi bus (Foto d’archivio Ansa)

Una terribile storia da Taranto: una ragazza disabile sarebbe stata abusata da 8 conducenti di bus. Secondo l’accusa, gli autisti dell’Amat, a turno, si sarebbero appartati con lei, fermando il mezzo e violentandola. Uno alla volta, si intende. Le presunte violenze sarebbero andate avanti per oltre un anno.

Taranto: gli autisti accusati di aver violentato una ragazza disabile sui bus

Parcheggiavano gli autobus in luoghi isolati, bloccavano le porte e poi abusavano di una ragazza disabile. Le violenze, durate un anno e mezzo, sarebbero anche documentate con foto e video che gli autori si scambiavano in chat accompagnandole con commenti piccanti.

Per questo 8 autisti dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico di Taranto, di età compresa tra i 40 e i 62 anni, sono indagati per violenza sessuale aggravata ai danni di una ventenne affetta da un evidente disagio psichico.

Il gip di Taranto respinge la richiesta di domiciliari per gli 8 autisti

Il gip di Taranto ha respinto la misura degli arresti domiciliari richiesta dalla Procura. E ha imposto nei loro confronti il divieto di avvicinamento alla ragazza e al suo fidanzato, che nel giugno 2020 l’ha convinta a denunciare le violenze ai carabinieri.

Il pm contesta agli otto indagati i reati di violenza sessuale con le aggravanti di aver agito su una persona sottoposta a limitazioni della libertà personale (perché le violenze avvenivano nei bus con le porte chiuse). E per aver commesso il fatto in qualità di incaricati di pubblico servizio.

Taranto: le violenze sulla ragazza disabile tra ottobre 2018 e aprile 2020

I fatti si riferiscono al periodo compreso tra ottobre 2018 ed aprile 2020. La ragazza – emerge dagli atti, come riporta Ansa – era un’assidua frequentatrice dei bus di linea dell’Amat. Che utilizzava per andare anche da casa dei nonni all’abitazione della mamma, ma anche solo per trascorrere il tempo.

Per questo entrava spesso in confidenza con gli autisti. Le violenze sarebbero avvenute sugli autobus che venivano parcheggiati in luoghi isolati. O sotto un cavalcavia nei pressi del capolinea al porto mercantile o nei pressi di una delle portinerie dell’ex Ilva.

Qui, ricostruisce il giudice, gli autisti chiudevano le porte del mezzo e approfittavano della “estrema vulnerabilità” della ventenne il cui disagio mentale era evidente. La giovane, emerge dalle indagini, all’età di 14 anni era già stata vittima di violenza sessuale da parte di un vicino di casa, condannato in via definitiva.