Taranto, sette arresti. L’accusa: vendevano cozze allevate nella zona interdetta per diossina

Taranto, sette arresti. L'accusa: vendevano cozze allevate nella zona interdetta per diossina (foto d'archivio Ansa)
Taranto, sette arresti. L’accusa: vendevano cozze allevate nella zona interdetta per diossina (foto d’archivio Ansa)

TARANTO – Rubavano cozze allevate nel mare di Taranto, anche nella zona interdetta per la presenza di diossina e Pcb, e le vendevano senza che vi fosse alcune depurazione. Questa l’accusa con la quale oggi sono state arrestate sette persone a Taranto. 

Gli inquirenti, come riporta l’Ansa, parlano di un vero e proprio “mercato parallelo” di prodotti contaminati chimicamente e biologicamente che, immesso nella filiera tramite la contraffazione della tracciabilità, veniva spacciato come prodotto di alta qualità, ma pericolosissimo per la salute pubblica.

In particolare, secondo gli inquirenti, le cozze venivano trafugate da impianti siti nel 1° e 2° seno Mar Piccolo – o venivano coltivate abusivamente in impianti illegittimi – per poi essere distribuite ad “acquirenti di fiducia locali” (che a loro volta li commercializzavano nei banchetti presenti sulle strade tarantine) ma anche a grandi centri di spedizione, ricavandone ingenti guadagni derivanti dal basso, ovvero inesistente, costo di produzione o acquisto in quanto prodotto dell’attività illecita del furto.

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