Taser ai poliziotti italiani? Per ora ancora no. C’è infatti un’altra retromarcia. L’arma fallisce i test, dardi difettosi e quindi al momento non può essere data in dotazione.
La pistola ad impulsi elettrici, il taser appunto, voluta fortemente dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini come dotazione per le forze di polizia, non sarebbe adeguata. Almeno per il momento, per arrivare nelle mani di agenti, carabinieri e finanzieri.
Secondo fonti del ministero degli Interni non è andato bene il collaudo a Brescia, l’arma ha mostrato alcuni difetti.
“Criticità relativa alla fuoriuscita dei dardi. Un difetto dei requisiti minimi previsti dal capitolato tecnico”, c’è scritto in un comunicato del dipartimento di pubblica sicurezza. E così una direttiva del ministero ha disposto il ritiro “fino a nuove disposizioni” dei 32 taser distribuiti alle forze di polizia in questi mesi per la sperimentazione.
E, come riporta Repubblica, l’unica società che aveva partecipato al bando di gara per la fornitura, la “Axon Public Safety Germany Se”, è stata esclusa dalla gara. In fumo sono andati circa 50 mila euro: un taser costa intorno ai 1.500 euro.
Fonti del ministero fanno sapere che “il progetto per la dotazione delle Forze di polizia di un’arma a impulsi elettrici cominciò fin dal mese di dicembre del 2014 con la costituzione di un apposito tavolo tecnico interforze.
L’iter è proseguito negli anni successivi con la sperimentazione sul territorio e successivamente con l’indizione della gara per il loro acquisto. Da ultimo, la commissione di aggiudicazione ha proposto l’esclusione dell’unica azienda costruttrice che si era presentata per difetto dei requisiti minimi di sicurezza previsti dal capitolato tecnico”.
“E’ ancora in corso la ripetizione delle prove tecniche e, a tutela dei cittadini e degli stessi operatori di polizia, disposto al momento il ritiro dei Taser attualmente assegnati alle Forze dell’ordine”. (Fonte Repubblica).