ROMA – Dai Comuni una tassa su cani e gatti? Una proposta in dirittura d’arrivo in commissione Affari Sociali della Camera prevede che i Comuni possano istituire una tariffa per i proprietari di cani e gatti per finanziare iniziative contro il randagismo. Il sottosegretario Polillo ha detto di condividere ”in linea di principio”.
”I comuni – si legge nel testo della proposta di legge – possono deliberare, con proprio regolamento, l’istituzione di una tariffa comunale al cui pagamento sono tenuti i proprietari di cani e gatti e destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo”.
La commissione ha completato l’esame del provvedimento e ora il testo è alle altre commissioni competenti per i pareri e dunque potrebbe presto approdare in Aula. Durante l’iter è stato anche approvato un emendamento dell’Idv che esonera dalla tassa ”i cittadini che hanno adottato un cane o un gatto in una struttura comunale”.
Il provvedimento (‘Norme in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell’incolumità pubblica’) aveva iniziato il suo iter nell’aprile 2009 a partire da una proposta di legge di due deputate del Pdl, Jole Santelli e Fiorella Rubino Ceccacci.
L’esame è stato completato lo scorso 6 marzo. E’ composto di 39 articoli e prevede, tra l’altro, la creazione di un’anagrafe degli animali d’affezione, l’obbligo di segnalare se si trova un animale ferito al servizio veterinario pubblico che deve prontamente intervenire o ancora i cimiteri per gli animali d’affezione. I Comuni sono tenuti a una serie di compiti per la prevenzione e il contrasto del randagismo tra cui ”incentivi per l’adozione degli animali, prestazioni medico-veterinarie di base erogate da medici veterinari liberi professionisti in regime di convenzione con i comuni, piani di controllo delle nascite con sterilizzazioni”.
Ed è a questi fini che l’amministrazione comunale può istituire la ‘nuova’ tassa. Sul provvedimento la commissione Finanze ha chiesto una relazione tecnica del governo per le coperture. In commissione, secondo quanto riportano i bollettini parlamentari, ieri 17 maggio il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, ha detto di ”concordare in linea di principio con l’istituzione di una nuova tassa sugli animali domestici”. ”Tra le tasse introdotte dal governo Monti – ha commentato la Lega con Claudio D’Amico – manca solo quella sull’aria…”.
LE REAZIONI Per Nino Morabito Responsabile Fauna Legambiente: ”La tassa per i proprietari di cani e gatti per finanziare iniziative contro il randagismo è di per sé un incremento del fenomeno”. Secondo Morabito la nuova tariffa incentiva l’abbandono degli animali soprattutto in vista delle vacanze estive: ”i soliti incivili che si liberano dei fidati amici adesso potranno anche contare su una parziale giustificazione, la tassa sugli animali”.
Per il responsabile Fauna Legambiente i proprietari di animali non sono tutti sullo stesso piano:” chi prende un cane randagio ha sicuramente meno possibilità economiche di chi compra un cane con pedigree, dunque già allevare l’animale ‘e un costo, figuriamoci dover aggiungere anche la tassa”, conclude Morabito.
A detta del presidente dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali), Carla Rocchi: “Questa tassa non esiste. E’ un pensiero primaverile dell’onorevole Vannucci che ha pensato di avere un’idea geniale quando invece non lo è. Anzi, è un’idiozia”. ”Alla parola cane – continua Rocchi – non si può associare la parola tassa. Chi ha un cane o un gatto produce già un alleggerimento per il comune”. Questa legge, conclude Rocchi, ”o è rispettosa degli animali oppure ci mettiamo di traverso, e in legislativa non passa più niente”.
”L’ipotesi di una tassazione su cani e gatti è del tutto destituita di fondamento e per quello che ci riguarda non passerà alla Camera”. Lo ha detto il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto.
”E’ qualcosa di sciagurato. Il mio è un no deciso”. A dirlo l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, presidente Lega italiana difesa animali, a Tgcom24. ”E’ qualcosa di sciagurato. Possedere un animale domestico è un diritto che deve essere garantito – afferma Brambilla – anche per il ruolo sociale che svolgono gli animali, pensiamo alle persone sole”. Poi, osserva l’ex ministro, ”c’è da dire che gli animali sono dei veri e propri membri della famiglia, allora cosa facciamo, tassiamo i figli”, si domanda. ”Il mio – e conclude – è un no deciso a questa tassa”.