Tassisti rapinati a Milano, due fermati: "Soldi per comprarci la cocaina" Tassisti rapinati a Milano, due fermati: "Soldi per comprarci la cocaina"

Tassisti rapinati a Milano, due fermati: “Soldi per comprarci la cocaina”

Fermati gli autori delle rapine ai danni dei tassisti a Milano. Uno di loro confessa: “Coi soldi siamo andati a comprarci la cocaina”.

“Ci siamo divisi i soldi (…) siamo andati a comprarci cocaina (…) quella notte io ho dormito nella stazione di Certosa, ero strafatto”. Lo ha messo a verbale un 27enne di origine egiziana fermato assieme a un 22enne italiano per i tassisti rapinati a Milano.

Fermati entrambi per le due violentissime rapine del 10 e 12 agosto ai danni di due tassisti a Milano. La cruda confessione emerge dall’ordinanza con cui il gip di Milano Raffaella Mascarino ha convalidato i fermi e disposto la custodia in carcere per entrambi.

Anche l’italiano, difeso dal legale Robert Ranieli, “ha ammesso gli addebiti – scrive il gip – precisando di essersi indotto a commettere le rapine per procurarsi il denaro con cui acquistare la cocaina al cui uso è dedito”.

Dopo aver “bevuto e fumato insieme”, ha raccontato ancora l’egiziano, “siamo andati in zona Duomo con l’idea di tirare su un po’ di soldi”. E così “abbiamo pensato – ha aggiunto – di rapinare un taxi”. Il primo tentativo è andato a vuoto. “Siamo saliti a bordo, quando ci siamo resi conto che si trattava di una signora abbiamo deciso di non rapinarla”.

Poi, però, hanno colpito due volte, fingendosi clienti e puntando un coltello alla gola dei tassisti, e la “violenza” delle rapine e gli elementi che hanno portato ai fermi vengono descritti puntualmente nelle 14 pagine di ordinanza.

Il video registrato dalla telecamera sul taxi.

A un certo punto, però, i due si sono accorti che un “video registrato dalla telecamera in funzione all’interno del taxi aveva cominciato a circolare su Youtube”. Da qui la decisione di fuggire in treno verso la Puglia, ma la polizia è riuscita fermarli in stazione.

Anche la madre di uno dei due, come emerge dalle intercettazioni, sapeva come stavano le cose e diceva a un’altra persona: “Ho detto o ti costituisci (…) o è meglio che va via… cioè vai via (…) non stare a casa perché ho i bambini, non è per cattiveria”. Di “spregiudicatezza” e “non trascurabile capacità criminale” parla il gip descrivendo le condotte dei due giovani. (Fonti Ansa e YouTube).

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