TORINO, 28 MAR – Non ci sono piu' 'segreti' nei documenti redatti dall'Osservatorio tecnico della Torino-Lione per la parte transfrontaliera della linea Tav, il cosiddetto progetto 'low cost' che va da St Jean de Maurienne a Bussoleno. I ''primi indirizzi per la redazione del progetto definitivo'', che dovra' essere ultimato entro il 9 gennaio 2013, sono stati illustrati nel dettaglio oggi agli amministratori dei Comuni interessati da tutto il tracciato della ferrovia.
''Un'operazione verita''', l'hanno definita il commissario di governo Mario Virano, presidente dell'Osservatorio, ed Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino. ''Abbiamo riaperto i canali della comunicazione'', ha ribadito il governatore del Piemote Roberto Cota, sottolineando il suo impegno per favorire la distensione.
La Torino-Lione costera' 8,2 miliardi di euro, che potranno essere coperti al 40% dall'Unione Europea; la quota di finanziamento dell'Italia dovrebbe essere di poco superiore ai 2,8 miliardi. Ma e' sull'impatto dei cantieri e sull'ambiente che ha insistito l'illustrazione fatta da Virano e da Paolo Foietta, direttore dell'Area territorio della Provincia.
La durata dei cantieri, dieci anni, sara' in realta' – e' stato sottolineato – di sei per le opere civili, perche' negli ultimi quattro ''e' prevista solo la realizzazione degli impianti tecnologici, del collaudo e dei test di pre-esercizio''. La quantita' di materiali estratti negli scavi sara' pari a 16,4 milioni di metri cubi, di cui solo 3,6 gestiti dall'Italia (il maxi tunnel e' in territorio francese per 45 dei 57 km complessivi).
''Il 50% dello 'smarino' verra' reimpiegato – si legge nel documento dell'Osservatorio'' – per produrre i conci di rivestimento della galleria, l'altro 50% sara' trasportato su treni. ''Volumi di scavo ben maggiori ha fatto notare Foietta – sono stati movimentati a Torino per realizzare il passante ferroviario e la metropolitana''.
Quanto all'amianto, nel progetto si afferma che le rocce con presenza di questo minerale ''possono avere una presenza sporadica, 15% al massimo, nei primi 400 metri del tunnel di base'' e ''all'imbocco sara' installata un'area attrezzata alla corretta gestione dell'eventuale materiale pericoloso''.
Per quanto riguarda le polveri, le 'emissioni sono fortemente ridimensionate'' rispetto al progetto precedente. La maggior parte della lavorazioni saranno in galleria – aspetto che dovrebbe abbattere il rumore dei lavori; il consumo d'acqua sara' in media di 264 metri cubi al giorno, ''come 300 vasche da bagno'', ha esemplificato Foietta.
Il Comune maggiormente coinvolto sara' Susa, sede della nuova stazione internazionale, ''ed e' per questo – ha commentato il sindaco Gemma Amprino, in linea di massima favorevole alla Tav – tutto quello che riguarda il nostro territorio andra' approfondito, metro per metro, con la lente di ingrandimento''.
Per Sandro Plano, presidente della Comunita' Montana Valle di Ssua e da sempre in prima linea sul fronte No Tav ''i dati tecnici illustrati oggi non spostano il problema. La questione – dice – per noi continua a essere un'altra: non e' opportuno fare un'opera che avra' un impatto equivalente al tunnel sotto la Manica''.