Tbc, il Policlinico Gemelli sapeva che l’infermiera era positiva dal 2004

ROMA – Il Policlinico Gemelli era al corrente che una sua infermiera era risultata positiva al test della tubercolosi nel 2004. Pensavano, i dirigenti dell’ospedale, che fosse una normale reazione al vaccino. L’infermiera, che è ancora ricoverata nella struttura protetta dell’Ospedale Spallanzani (specializzato in malattie infettive) è stata ascoltata dai magistrati che indagano sul caso del contagio al reparto di neonatologia. Dove i casi accertati di positività sono arrivati a 80. Gli inquirenti stanno cercando di capire l’iter del contagio. Non appaiono soddisfacenti, o comunque sembrano lacunose, le giustificazione dei dirigenti del Policlinico. “E’ un fatto frequente che chi viene sottoposto al vaccino risulti pi positivo pur non avendo contratto la malattia” hanno affermato i testimoni convocati in Procura. Il sospetto, invece, è che l’ospedale non abbia di fatto adottato le procedure di sicurezza necessarie. La donna avrebbe dovuto essere sottoposta a ulteriori screening e i i protocolli, previsti in casi del genere, non troverebbero riscontri documentali. Sia come sia, l’evidenza di queste ore è che il contagio c’è stato e i bambini contagiati crescono di ora in ora. Di positivo c’è che il contagio non significa automaticamente l’esser malati o che i bambini possano definirsi contagianti. Gli esperti, pur stigmatizzando quella che viene considerata una grave imperizia, sono riluttanti per questo a parlare di epidemia.

I magistrati che indagano, comunque, stanno verificando tutte le possibili fonti iniziali del contagio. Cercano di appurare cioè se sia stato effettivamente il marito a trasmettergli il bacillo della tbc, come sostiene il Codacons. Soprattutto vogliono stabilire con certezza se l’infermiera ha avuto contatti con altri pazienti in altri reparti a partire appunto dal 2004. I magistrati per ora non hanno ipotizzato alcun reato, ma a questo punto dell’inchiesta per l’ospedale si prospetta come minimo l’accusa di lesioni colpose, anche se non è escluso il configurarsi di ipotesi più gravi.

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