Telecom: Bernabè, turbato ma azienda è seria e solida e situazione non è sfuggita di mano

Franco Bernabè

L’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabé, in una lettera a manager e dipendenti del gruppo, commentando  il clamore dell’inchiesta giudiziaria che ha toccato la controllata Sparkle si è detto ” profondamente turbato” ma nello stesso tempo fiducioso del fatto che Telecom Italia è una azienda “solida e seria”.

Nella lettera, di cui l’agenzia Ansa ha preso visione e della quale riporta ampi stralci,  Bernabè dichiara  di capire  «ancora di più il rammarico che provate quando queste vicende sono descritte da qualche commentatore come una presunta dimostrazione che pratiche come quelle in oggetto siano considerate la norma e che la situazione sia sfuggita di mano. Non è assolutamente così».

«Dobbiamo trovare le energie – prosegue  Bernabè- per uscire da queste vicende rafforzati dalla consapevolezza che qualsiasi cosa negativa sia eventualmente avvenuta in passato comunque non si ripeterà più un futuro».

«Perché questo sia possibile – scrive l’ad di Telekom – dobbiamo sviluppare gli anticorpi che ci permettano di individuare e isolare comportamenti non coerenti con il nostro codice dei valori. Dobbiamo continuare a puntare sulla nostra professionalità e sulle nostre competenze. Così facendo otterremo risultati solidi e duraturi in grado di resistere al tempo ed a qualsiasi tipo di scossa o turbolenza esterna».

«Telecom Italia è oggi convinta – aggiunge – che gli obiettivi di business possono e debbono essere raggiunti attraverso l’impegno, la dedizione, la professionalità di tutti i suoi dipendenti. Telecom Italia sa anche che non esiste obiettivo per il cui raggiungimento sia giustificato sacrificare l’etica professionale. In questi due anni di gestione ho sempre sottolineato la necessità che chiunque fosse a conoscenza di anomalie di qualsiasi natura ne riferisse agli organi preposti al controllo. Se nel passato sono stati commessi degli errori non ci dobbiamo rassegnare e tantomeno dobbiamo pensare che comportamenti di questo genere siano fisiologici. Non dobbiamo rassegnarci ma al contrario dobbiamo essere orgogliosi del fatto che in questi due anni abbiamo lavorato – conclude –  per ritrovare un clima di normalità e di consapevolezza delle nostre capacità e potenzialità».

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