Telecom Italia, chiuse 500 centrali ‘sature’. L’azienda: “Per evitare rallentamenti internet”

Telecom Italia chiude 500 centrali alla vendita di ulteriori servizi Adsl a nuovi clienti perché ‘sature’ e l’Organo di vigilanza per la parità di accesso alla rete bacchetta il gruppo guidato da Franco Bernabé per “non aver effettuato in via preventiva le comunicazioni” (previste dagli impegni assunti con l’Autorità per le tlc) agli operatori alternativi che, “senza preavviso”, si sono trovati nell’impossibilità di fornire servizi a nuovi clienti nel raggio di azione delle centrali.

E’ quanto deciso lo scorso 16 giugno dall’Organo di vigilanza presieduto da Giulio Napolitano che, dopo la segnalazione di quattro operatori alternativi (Bt Italia, Fastweb, Vodafone e Wind) relativa a “lacune informative” nei piani di Telecom per lo sviluppo e la qualità della rete – si legge nel provvedimento – “ha contestato a Telecom Italia un’inadeguatezza” rispetto ad alcuni degli impegni (gruppo di impegni numero 5) e ha assegnato alla società un termine di 30 giorni per adottare i “rimedi idonei”.

Il gruppo di centrali chiuse per “saturazione” serve attualmente un bacino di circa un milione di clienti. In particolare l’Organo di vigilanza, ha ritenuto “carenti i piani tecnici” di Telecom per “l’assenza di una puntuale indicazione degli stati di saturazione degli apparati Dslam” (quelli che da una singola centralina consentono di portare la banda ai singoli clienti).

Inoltre l’organo ha rilevato “l’assenza di preavviso circa la chiusura ai servizi bitstream (cioé la vendita di banda all’ingrosso agli operatori alternativi, nrd) di un numero consistente di centrali a causa di problemi di saturazioni” con la conseguente “impossibilità di pianificazione con adeguato anticipo delle strategie di intervento sulla propria rete e di commercializzazione dei prodotti retail” da parte dei concorrenti. Nonostante i chiarimenti forniti da Telecom nel corso dell’istruttoria per l’Organo che sorveglia l’apertura e la trasparenza della rete, “non appare comunque assicurata una completa trasparenza dei Piani tecnici che risultano tuttora carenti di alcune informazioni”. Vittima della saturazione della rete, da quanto emerge dal provvedimento, è però la stessa Telecom: secondo l’autorità non risulta infatti violato “il principio di parità di trattamento” in quanto “situazioni di criticità, analoghe a quelle descritte” hanno colpito anche le “funzioni retail di Telecom Italia”.

LA REPLICA La chiusura delle circa 500 centrali di Telecom Italia per i servizi a banda larga è stata fatta dall’azienda per evitare l’insorgere di problemi di degrado della qualità offerta ai clienti già connessi che avrebbero dovuto sopportare una navigazione più lenta su internet ed è inoltre legata all’ammodernamento delle centrali per il passaggio da una tecnologia Atm a una tecnologia innovativa Ethernet.

E’ quanto si sottolinea in ambienti di Telecom Italia in merito alla decisione dell’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete. Secondo Telecom, inoltre, la chiusura è avvenuta trattando allo stesso modo i clienti di Telecom Italia e quelli degli operatori alternativi, e dunque senza violare la parità di trattamento nell’accesso alla rete.

Le centrali chiuse erano 513 a fine aprile ma, si fa notare, entro la fine dell’anno ne saranno riaperte circa 300 e quindi ne resteranno chiuse poco più di 200, pari al 4% delle linee totali.

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