Teramo, dialogo choc tra i secondini: “I detenuti vanno picchiati di sotto, non in sezione”

“Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto…”. Le parole arrivano dal carcere di Castrogno a Teramo, e sono state registrate all’interno di uno degli uffici degli agenti di polizia penitenziaria.

Le frasi spaventose sono state impresse in un nastro, ora nelle mani della Procura della Repubblica di Teramo che ha aperto un’inchiesta sulla vicenda. Sono parole che raccontano di un “pestaggio” ai danni di un detenuto, quasi come fosse cosa consueta. Un concitato dialogo tra un superiore e un agente che svelerebbe un gravissimo retroscena all’interno di un carcere già alle prese con carenze di organico e difficoltà strutturali.

La registrazione è arrivata al giornale locale La Città di Teramo insieme ad una lettera anonima.

In merito alla vicenda la deputata Radicale-Pd Rita Bernardini, membro della commissione Giustizia, ha presentato una domanda al ministro Alfano chiedendogli di accertare “se questi fatti corrispondano al vero e di promuovere un’indagine nel carcere di Castrogno di Teramo per verificare le responsabilità non solo del pestaggio di cui si parla nella registrazione, ma anche se la brutalità dei maltrattamenti e delle percosse sia prassi usata dalla Polizia Penitenziaria nell’istituto”.  Proprio lunedì mattina la Bernardini ed il segretario Generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno, hanno fatto visita al carcere.

Anche il notevole sovraffollamento del carcere è causa di forti tensioni: l’istituto potrebbe contenere al massimo 250 detenuti ma ne ospita circa 400. Un solo agente per sezione deve sorvegliare, nei turni notturni, anche più di 100 detenuti.

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