TERAMO, 23 APR – Ergastolo con isolamento diurno e interdizione perpetua dai pubblici uffici: e' la condanna che la Corte d'Assise di Teramo ha emesso oggi nei confronti di Romano Bisceglia, 56enne teramano, accusato di avere strangolato e poi fatto a pezzi, Adele Mazza (49); il fatto e' accaduto il 4 aprile 2010 nel giorno di Pasqua. I resti della donna furono trovati 24 ore dopo in una scarpata al ciglio di via Franchi.
Secondo quanto sostenuto nel corso delle udienze, Bisceglia avrebbe trascorso le festivita' pasquali con Adele Mazza, che conosceva da anni e con la quale aveva un rapporto di convivenza saltuaria, ma caratterizzata da violenze e costrizioni tese allo sfruttamento della prostituzione. Un rapporto deteriorato, sfociato in un atroce delitto perche', ha sostenuto l'accusa, la donna voleva affrancarsi da una vita fatta di sofferenze e di degrado. Strangolata con una corda dopo essere stata probabilmente tramortita e poi sezionata in cinque pezzi, riposti poi in buste di plastica e portati, con un carrellino, fino al fossato di via Franchi per essere buttati e nascosti. Ad incastrare Bisceglia e' stato il Dna, estratto da un reperto, un pezzetto di adesivo che doveva servire per assicurare una delle buste di plastica al carrellino.
La camera di consiglio e' durata una mattinata, dopo la breve replica dell'avvocato della difesa, Barbara Castiglione. Una sentenza pesante, che accoglie pienamente e su tutta la linea, la teoria accusatoria del pm Roberta D'Avolio. ''Non c'era alternativa – ha commentato il procuratore capo Gabriele Ferretti assieme allo stesso pm -, la sentenza e' chiara: piena responsabilita' penale dell'imputato, come da noi sostenuto''. La sentenza e' stata accolta con le lacrime dalle sorelle della vittima, che alla pronuncia in aula della parola ergastolo, si sono abbracciate piangendo: ''Siamo soddisfatte, giustizia e' fatta – hanno detto Pina e Marilena Mazza -. Adesso veramente Adele puo' riposare in pace''.