Termini Imerese: condannata a 30 anni per l’omicidio del marito (cianuro), domiciliari perché neomamma

Termini Imerese: condannata a 30 anni per l’omicidio del marito. Condannata a trent’anni di carcere per avere avvelenato il marito, va ai domiciliari perché ha una figlia di pochi mesi.

Termini Imerese, 30 anni per l’omicidio del marito

La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Termini Imerese Valeria Gioeli nei confronti di una donna di 36 anni. Una condanna a 30 anni per avere assassinato il marito, un pizzaiolo 40 anni.

Il processo si è svolto con il rito abbreviato.Alla famiglia della vittima 200 mila euro per i danni. L’omicidio risale al gennaio del 2019.

Rito abbreviato (c’era ancora), si professa innocente

La donna, che si è sempre professata innocente, secondo l’accusa avrebbe ucciso il marito somministrandogli cibi contenenti dosi di cianuro e di un anticoagulante, il Coumadin.

Quando la Procura le contestò il reato di omicidio volontario Loredana Graziano era in stato interessante, incinta di un altro uomo.

Prima l’anticoagulante, poi il cianuro

A dar sostegno alla necessità di un’inchiesta – il primo referto parlava di morte naturale – la testimonianza di un ex amante.

Testimonianza in cui l’uomo ha rivelato l’omicidio da parte della moglie. L’autopsia confermò la tesi dell’avvelenamento. La signora avrebbe tentato di avvelenare il marito con l’anticoagulante somministrato quotidianamente nei pasti. Non vedendo risultati, si sarebbe risolta per il cianuro.

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