Terremoto Amatrice, otto morti ancora senza nome

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2016 - 11:55 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto Amatrice, otto morti ancora senza nome

Terremoto Amatrice, otto morti ancora senza nome

RIETI – Sono ancora otto le vittime non riconosciute che il terremoto che il 24 agosto ha devastato l’Italia Centrale, radendo al suolo i borghi di Amatrice (Rieti), Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno).

Otto corpi difficilmente riconoscibili, otto morti che nessuno reclama. Fino a mercoledì queste salme sono rimaste in un hangar dell’aeroporto Giuseppe Ciuffelli di Rieti, ma oggi, giovedì primo settembre, verranno trasferite presso l’obitorio dell’ospedale de Lellis, dove si andrà avanti con l’attività di riconoscimento.

Al momento le persone decedute e già riconosciute sono 234 a cui se ne aggiunge un’altra, Filippo Sanna, il giovane di 23 anni morti mercoledì mattina all’ospedale di Pescara.

Su ognuna di quelle casse senza nome, spiega Franco Bechis su Libero Quotidiano,

c’ è un foglietto bianco con un numero, il solo modo di chi le ha ricevute per distinguerli l’uno dall’altro. La segreteria all’ingresso dell’aeroporto, situata in una casetta di legno che fu costruita per mondiali di volo a vela del 2008, li ha registrati con la sola documentazione possibile: un verbale dei carabinieri che racconta come, quando e dove sono stati trovati, un certificato del medico legale che racconta lo stato del corpo al momento del suo arrivo lì, una serie di fotografie (quando possibili) della salma e degli eventuali suoi segni particolari di riconoscimento (indumenti, orologio, anelli, bracciali, catenine, eventuali difetti visibili o cicatrici) e l’autorizzazione della procura della Repubblica di Rieti a finire lì in attesa di qualcuno che reclami il poveretto.

Ma ad Amatrice si ipotizza che gli otto morti non reclamati, o almeno alcuni di loro, possano essere stranieri, richiedenti asilo o irregolari. Come gli afgani ospitati in paese:

Chissà chi sono i fantasmi che restano in quelle casse senza nome. La gente di Amatrice ha qualche ipotesi: forse qualche straniero. Ne giravano di tanto in tanto in città, probabilmente irregolari. Ma è difficile che vivessero lì. C’erano invece dei ragazzi afghani, aspiranti profughi che erano stati assegnati a uno Sprar per cui aveva fatto un bando nel 2014 il comune di Amatrice.

(…) La gente di Amatrice sostiene che forse sotto le macerie è restato uno di quei ragazzi afghani che era ospitato da una famiglia all’inizio del corso. Potrebbe essere uno dei fantasmi senza nome e senza famiglia. D’altra parte nel lungo elenco delle 234 vittime identificate ci sono altri stranieri: 8 rumeni, 3 inglesi, una spagnola, un libico, una coreana di Seul che si era sposata con un amatriciano, e una salvadoregna.