Terremoto Centro Italia, albergatori in rivolta: “Regione non paga per gli sfollati”

ASCOLI PICENO – Gli albergatori che ospitano gli sfollati del terremoto in Centro Italia alzano la voce: “Pagateci”. La richiesta arriva soprattutto dalle Marche, dove, spiega Italo Carmignani sul Messaggero, la Regione da mesi non paga. E con la stagione turistica alle porte si fa sentire ancora di più l’insofferenza di chi vede le stanze del proprio hotel occupate a prezzi non di mercato.

Il primo a far sentire la propria voce è Andrea Evangelista, proprietario dell’hotel Il Cavaliere a Centobuchi di Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno.Evangelista ospita sessanta sfollati, la cui permanenza dovrebbe essere pagata dalla Regione. Ma così non è, denuncia:

“La Regione Marche ci sta prendendo in giro ritardando i pagamenti concordati quando abbiamo sottoscritto il contratto. Sono mesi che imploro di pagarmi. Anche dopo il mio grido mi dicono che i pagamenti stanno per andare in commissione, ma che comunque poi ci vorranno diversi giorni prima che siano accreditati sul conto dell’hotel”.

Ma quello di Evangelista non è l’unico albergo a cui non arrivano i pagamenti. Sarebbero 93 su 150 gli hotel indietro con i rimborsi. Il decreto Terremoto prevede il rimborso  agli albergatori degli sfollati entro sessanta giorni dalla presentazione della fattura. Ma alla fine del 2016 ancora non risultava avviata alcuna procedura.

Questa situazione riguarda le Marche, non il Lazio, dove la Regione, scrive il Messaggero, paga entro i termini previsti di sessanta giorni.

Ed Evangelista sottolinea:

“Al Governo e in Regione devono capire che se è emergenza lo è per tutti, anche per noi albergatori. So che la Regione Lazio ha pagato per i suoi terremotati: perché la Regione Marche non mantiene gli impegni presi?”.

Ma questa non è l’unica situazione difficile post-terremoto. Coloro che anziché l’albergo hanno scelto di andare a vivere in case in affitto grazie al Cas, il contributo d’affitto, ha visto il conto restare all’asciutto rispetto ai rimborsi che sarebbero dovuti arrivare, come spiega Alessandro, padre di due figli, di Spoleto:

“Abbiamo dovuto versare delle mensilità anticipate, sostenere le spese del trasloco, pagare il canone mensile. Del Cas, da queste parti, non c’è traccia. Se chiediamo agli uffici comunali, ci dicono ogni volta una cosa diversa. Ed è sempre un rinvio».

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