Terremoto Centro Italia, Norcia e Castelluccio senza acqua Terremoto Centro Italia, Norcia e Castelluccio senza acqua

Terremoto Centro Italia, Norcia e Castelluccio senza acqua

Terremoto Centro Italia, Norcia e Castelluccio senza acqua
Terremoto Centro Italia, Norcia e Castelluccio senza acqua

NORCIA (PERUGIA) – A quasi un anno dal terremoto che il 24 agosto 2016 devastò il Centro Italia nel territorio di Norcia, e in particolare nelle aree di Castelluccio e Campi, è emergenza idrica, tanto che gli allevatori sono stati costretti a chiedere aiuto ai vigili del fuoco per rifornirsi di acqua e così poter abbeverare il bestiame. E l’acqua scarseggia anche in alcune zone della città.

“Registriamo delle difficoltà in particolare a Montedoro e a Madonna delle Grazie soprattutto per la scarsa pressione, abbiamo chiesto alla società Vus una ricognizione completa della situazione per capire come intervenire su tutto il territorio, anche se le difficoltà sappiamo che nascono dalla modifica delle falde acquifere avvenuta a causa del terremoto”, ha spiegato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno.

I problemi maggiori restano al momento per gli allevatori. “I vigili del fuoco mi portano acqua da almeno una settimana e se il mio bestiame è ancora vivo è grazie al loro aiuto”, ha detto Stefano Pasqua, allevatore di Castelluccio. “Circa un mese fa – ha aggiunto – abbiamo creato una tubatura di sei chilometri per portare sul Pian Grande acqua dalla sorgente delle Fate che si trova a duemila metri di altezza, ma non è più sufficiente, colpa anche del grande caldo di questa estate”.

Gli allevatori di Castelluccio una soluzione l’avrebbero individuata. “Consiste – ha raccontato ancora Pasqua – nella creazione di pozzi sul Pian Grande. Sappiamo che in questa zona l’acqua c’è, ma già ci è stato detto che qui non si può bucare per via dei vincoli ambientali”.

Da fine giugno sono rimasti senza acqua anche i monaci benedettini che attualmente vivono a San Benedetto in Monte, località a circa 7 chilometri da Norcia. Al punto che sono costretti a farsi portare quotidianamente mille litri d’acqua per soddisfare i fabbisogni primari.

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