ROMA – Potrebbe essere la rottura di una nuova faglia all’origine del terremoto di magnitudo 5,8 avvenuto il 29 maggio mattina nel modenese e questo significa che le scosse potrebbero continuare per giorni. A dirlo a Rainews24 è il sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato.
Il sisma è avvenuto sul margine occidentale dell’arco di circa 40 chilometri attivato nel sisma del 20 maggio scorso. Allora le scosse più forti erano avvenute nella zona orientale. ”Si temeva che con una struttura così complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entità”, afferma Amato.
Dopo il terremoto del 20 maggio scorso, le repliche più forti (ossia di magnitudo superiore a 5) erano concentrate nella zona di Ferrara. Il terremoto di questa mattina, ha detto ancora Amato, “indica che molto probabilmente sono attive più faglie”.
Situazioni come queste possono verificarsi quando vengono attivate strutture molto complesse. Per esempio, in passato è avvenuto con il terremoto di Colfiorito del 1997, quando alla prima scossa sono seguite a distanza di giorni nuove scosse importanti.
”La struttura responsabile del terremoto di oggi nel modenese – ha aggiunto il sismologo dell’Ingv – è la struttura complessa del tratto settentrionale dell’Appennino, nel quale la catena montuosa prosegue sotto la Pianura Padana. La struttura è la stessa legata al sisma del 20 maggio, ma probabilmente avvenuta su una faglia adiacente. Non si tratta quindi una replica in senso stretto”. Tuttavia il meccanismo di questo nuovo terremoto sarà chiarito nelle prossime ore, sulla base dei dati rilevati dai sismografi.