ROMA, 8 GIU – Nelle zone colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio si sta registrando un calo della sismicita’ ma se questa dovesse riacutizzarsi, c’e’ la probabilita’ che cio’ avvenga piu’ ad est e dunque nella zona del ferrarese. E’ quanto scrive la Commissione grandi rischi in un documento inviato ieri al Dipartimento della Protezione Civile. ”Nel caso di una ripresa dell’attivita’ sismica nell’area gia’ interessata dalla sequenza in corso, e’ significativa la probabilita’ che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza”.
Alla luce delle indicazioni, secondo quanto si apprende, il capo del Dipartimento Franco Gabrielli ha visto sia ieri sera sia stamattina il premier Monti e ha convocato un comitato operativo a Bologna. Nel documento, sempre secondo quanto si apprende, la commissione ribadisce che allo stato delle conoscenze scientifiche non e’ possibile prevedere quando e dove si verificheranno i terremoti. Gli esperti sottolineano inoltre che la probabilita’ che si attivi una nuova faglia esiste in Emilia come in altre zone d’Italia.
Nei prossimi giorni si accelereranno le verifiche e la messa in sicurezza di edifici pubblici e privati in Emilia Romagna. Lo ha garantito il capi della Protezione Civile Franco Gabrielli alla luce del documento della Commissione grandi rischi. Gabrielli ha fatto ieri sera e poi ancora stamattina il punto della situazione con Monti e con diversi ministri per fare in modo che ci siano le risorse necessarie per la messa in sicurezza e che arrivino in Emilia il maggior numero possibile di tecnici per effettuare le verifiche. Ciò per garantire controlli “rapidi ma precisi e puntuali”. “Abbiamo una popolazione fortemente provata e dunque dobbiamo accelerare la messa in sicurezza e la ricostruzione, facendolo com grande attenzione – spiega il capo della Protezione Civile – . Quel che però bisogna capire è che viviamo in un paese a rischio”. Quanto al documento della Grandi rischi, Gabrielli ha spiegato che “la Commissione ha fatto un’analisi complessiva su tre segmenti della faglia. Due si sono spezzati, il terzo no. Dunque ritiene probabile che si possa spezzare anche il terzo”. “Ma – aggiunge – è una situazione assolutamente imprevedibile e che può verificarsi in tutte le altre zone sismiche d’Italia”.