ROMA – Sono 45mila le persone in dialisi a cui non sono garantiti i prodotti salva vita. Stefano Rimondi, presidente di Assiobiomedica e socio di Bellco, lancia l’allarme dopo il terremoto in Emilia Romagna che ha distrutto le aziende biomedicali nel modenese. Rimondi avvisa che non sa quando la sua azienda potrà riaprire a causa degli ingenti danni provocati dal sisma. L’allarme è scattato perché è proprio nella zona di Mirandola, la più colpita dal terremoto del 29 maggio, che si produceva il 60 percento dei prodotti per la dialisi.
Rimondi spiega a Repubblica che la sua azienda ha “subito danni strutturali che rendono impossibile sia la produzione, sia la gestione del magazzino”. Il motivo dei crolli sarebbe l’indicazione della pianura Padana come zona meno sismica d’Italia, come spiega Rimondi: “La dichiarazione di basso livello sismico è arrivata solo nel 2003, da allora si seguono altri criteri di costruzione”.
L’obiettivo ora è di garantire ai malati i prodotti ed i macchinari per la dialisi, che per loro rappresentano la sopravvivenza. Rimondi spiega le loro idee per gestire la preoccupante situazione: “Abbiamo chiesto al ministro della Salute di costituire una task force per trovare una soluzione. Perché questa è un’emergenza. Vanno assicurate le consegne ricorrendo a produttori anche esteri”.