Terremoto in Emilia Romagna: poteva andare peggio. Le faglie rotte in profondità

Pubblicato il 13 Giugno 2012 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA

I danni del terremoto in Emilia Romagna (LaPresse)

BOLOGNA – E’ andata male, è stato distruttivo, ma poteva andare peggio. Sono passati quindici giorni dall’ultima grande scossa che ha fatto tremare la terra in Emilia Romagna e, grazie ai dati dei satelliti Cosmo-SkyMed dell’Agenzia Spaziale italiana, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno localizzato le faglie legate al sisma.

E’ avvenuta in profondità, evitando così danni peggiori, la rottura delle faglie durante i terremoti del 20 e del 29 maggio.

”Entrambi i piani di frattura si fermano a qualche centinaio di metri di profondità e quindi non arrivano ad intersecare la superficie. Un eventuale affioramento delle faglie in superficie avrebbe causato molti piu’ danni nelle zone interessate”, scrive in una nota l’Ingv.

”Le faglie individuate corrispondono molto bene a strutture mappate in profondità con studi geologici. Si tratta di strutture vecchie di milioni di anni, generate dalla spinta dell’Appennino settentrionale verso le Alpi”. Conoscere in dettaglio posizione e caratteristiche delle faglie attive, prosegue l’Ingv, ”è un elemento fondamentale per generare mappe di pericolosita’ sismica sempre più affidabili”, continua.

Le faglie possono essere visualizzate come piani di frattura lungo i quali scorrono i due blocchi di crosta terrestre: il blocco a Sud della faglia è salito sopra il blocco a Nord, causando i sollevamenti del suolo compresi fra 10 e 15 centimetri, visti dai satelliti nelle scorse settimane.