Terremoto Irpinia 23 novembre 1980: la scossa che 41 anni fa causò quasi 3mila morti

Oggi, 23 novembre, è l’anniversario del terremoto che colpì l’Irpinia nel 1980: una scossa di magnitudo di 6.9 con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania. Il terremoto causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.

La scossa di terremoto in Irpinia 

Il terremoto colpì alle 19:34:53 di domenica 23 novembre 1980. Una forte scossa della durata di circa 90 secondi, con un ipocentro di circa 10 km di profondità. Colpì un’area di 17.000 km² che si estendeva dall’Irpinia al Vulture. Gli effetti, tuttavia, si estesero a una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l’area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a Napoli.

L’entità drammatica del sisma non venne valutata subito.  primi telegiornali parlarono di una «scossa di terremoto in Campania dato che l’interruzione totale delle telecomunicazioni aveva impedito di lanciare l’allarme. Soltanto a notte inoltrata si cominciò a evidenziarne la più vasta entità. Da una prospezione effettuata nella mattinata del 24 novembre tramite un elicottero vennero rilevate le reali dimensioni del disastro. 

Cosa successe dopo la scossa

Nei tre giorni successivi al sisma, il quotidiano Il Mattino di Napoli enfatizzò la descrizione della catastrofe. Il 24 novembre il giornale titolò Un minuto di terrore – I morti sono centinaia. In quanto non si avevano notizie precise dalla zona colpita, ma si era a conoscenza del crollo di via Stadera a Napoli. Il 25 novembre, appresa la vastità e gravità del sisma, si passò a I morti sono migliaia – 100.000 i senzatetto. Fino al titolo drammatico del 26 novembre Cresce in maniera catastrofica il numero dei morti (sono 10.000?) e dei rimasti senza tetto (250.000?). La cifra dei morti, approssimata per eccesso soprattutto a causa dei gravi problemi di comunicazione e ricognizione, fu poi ridimensionata fino a quella ufficiale. La cifra dei senzatetto non è mai stata valutata con precisione.

Terremoto Irpinia e polemiche sui soccorsi

Al di là del patrimonio edilizio, già fatiscente a causa dei terremoti del 1930 e 1962, un altro elemento che aggravò gli effetti della scossa fu il ritardo dei soccorsi. I motivi furono molteplici: la difficoltà di accesso dei mezzi di soccorso nelle zone dell’entroterra, dovuta all’isolamento geografico delle aree colpite e al crollo di ponti e strade di accesso. Il cattivo stato della maggior parte delle infrastrutture e l’assenza di un’organizzazione di protezione civile che consentisse azioni di soccorso in maniera tempestiva e coordinata.

Il primo a far presente questa grave mancanza fu il presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Il 25 novembre. Nonostante il parere contrario del presidente del Consiglio Forlani e altri ministri e consiglieri, Pertini si recò in elicottero sui luoghi della tragedia.

Il sisma in cifre

  • Magnitudo: 6,90 ± 0,04 Richter
  • Profondità: 30 km
  • Durata: 1′ 30″
  • Regioni colpite: 3 (Campania, Basilicata e Puglia).
  • Comuni colpiti: 687 
  • Popolazione coinvolta: 6 milioni di abitanti.
  • Vittime: le principali fonti dell’epoca parlano di 2.914 persone morte
  • Feriti: 8.848 persone
  • Sfollati: 280.000 persone
  • Abitazioni distrutte o danneggiate dal sisma: 362.000.
  • Contributi pubblici dello Stato italiano, secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta (prima dell’approvazione della legge finanziaria 1991): 50.902 miliardi di lire (circa 26 miliardi €).
  • Contributi pubblici dello Stato italiano, all’anno 2008: 32.363.593.779 €, attualizzabili a circa 66 miliardi € al valore del 2010.
Gestione cookie