L’AQUILA – Augusto Angelini è stato condannato a 3 anni di reclusione per omicidio e disastro colposo. La condanna, scrive l’Ansa e riportano alcuni siti locali, tra cui Abruzzoweb, è stata inflitta, accogliendo la richiesta dell’accusa, dal giudice Giuseppe Grieco ad Angelini, 85 anni, unico sopravvissuto tra i cinque presunti responsabili individuati dalla pubblica accusa per il crollo dei due edifici (civico 33 e 39) di via Luigi Sturzo, nei quali morirono in tutto 29 persone la notte del 6 aprile 2009, quella del terremoto a L’Aquila. Angelini era progettista architettonico e direttore dei lavori di entrambi gli stabili.
Si tratta del terzo filone della maxi inchiesta crolli della procura della Repubblica del capoluogo ad arrivare all’epilogo, con altrettante condanne, dopo il crollo di via generale Francesco Rossi e la commissione Grandi rischi. L’imputato non era presente in aula per motivi di salute.
I due edifici si trovavano all’interno delle mura del centro storico, nelle vicinanze della Villa comunale, ed erano in cemento armato. Inizialmente c’erano due singoli procedimenti giudiziari per ognuna delle palazzine, poi riunificati su richiesta del pm Fabio Picuti.
Entrambe le strutture furono edificate nel 1965 e, secondo i consulenti della procura, sono crollate prima di tutto per la scadente qualità del calcestruzzo. Secondo, per carenze costruttive consistenti nel numero minimo di staffe di collegamento delle armature. Terzo, per errori di progetto e calcolo delle strutture consistiti nella mancata previsione e verifica del sistema resistente alle azioni sismiche orizzontali provenienti da almeno due direzioni.