Terremoto l'Aquila, cronista del Centro racconta: ‘Così persi i figli’

L'AQUILA, 26 NOV – ''Di fronte, un ammasso nero di cemento, legno, pietre, polvere, e la voce di mio figlio che gridava 'Papa', papa'!'. Saltai sulle macerie gridando 'Adesso arrivo', ma non sapevo nemmeno che fare. Mi resi conto che sopra le macerie c'era un enorme cordolo di cemento, per cui non c'era piu' nulla da fare''.

La straziante testimonianza del giornalista Giustino Parisse, vice caporedattore del quotidiano Il Centro, ha segnato sia dal punto di vista emozionale, sia da quello processuale la settima udienza del processo alla commissione Grandi Rischi, che si e' svolta oggi al tribunale dell'Aquila.

Il racconto del cronista che nel terremoto del 6 aprile 2009, oltre al figlio, ha perso la figlia e il padre, ha tenuto banco per tre ore provocando anche un duro scontro tra difesa e accusa. In particolare, con l'avvocato Marcello Melandri, legale dell'ex presidente dell' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Enzo Boschi, uno dei sette esperti componenti della Commissione accusati di aver inviato, al termine della riunione del 31 marzo 2009, a cinque giorni dal tragico sisma, messaggi troppo rassicuranti alla popolazione, che non avrebbe cosi' preso precauzioni, tra cui quella di uscire di casa dopo una scossa.

Melandri ha criticato la deposizione di Parisse e le domande dei Pm Fabio Picuti e Roberta D'Avolio, anche se il giudice, Marco Billi, ha fatto continuare l'interrogatorio: ''Qui – ha tuonato Melandri – dobbiamo appurare il nesso di causalita' e gli stiamo chiedendo da tre ore cose che non servono a niente. Tutto quello che ha detto, oltre a far soffrire ancora di piu' lui, che rilevanza ha? Qui facciamo gli avvocati e i giudici, non la cronaca. E questo non lo volete capire''.

Ma Parisse ha confermato le accuse alla commissione Grandi Rischi, come fatto fin qui da tutti i testimoni dell'accusa: ''Dalla riunione della commissione ebbi la certezza, che mi veniva dal fatto che fosse composta da scienziati, che avevano comunicato all'esterno una rassicurazione alla popolazione: lo sciame c'e', L'Aquila e' zona sismica, pero' non c'e' nessun elemento che ci possa fare pensare a una scossa forte. Di questo rassicuravo la mia famiglia – ha spiegato – tanto che quella sera dopo le due scosse non uscimmo di casa''.

L'udienza e' stata rinviata al 30 novembre prossimo: i testimoni indicati dalla Procura, parenti delle vittime e persone rimaste ferite, hanno confermato le accuse alla Commissione.

La lunga lista si arricchisce di un teste ritenuto importante dall'accusa: Fabio Sabetta, esperto sul rischio sismico della protezione civile nazionale. Gli imputati, tutti accusati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose, sono: oltre a Boschi, Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis (sempre presente in aula), gia' vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all'Universita' di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile.

Gestione cookie