Terremoto L’Aquila, Commissione Grandi Rischi: tutti condannati

Sono stati tutti condannati a sei anni di carcere i membri della Commissione Grandi Rischi che disse che un terremoto all’Aquila era “poco probabile” (Foto Lapresse)

L’AQUILA –  Avevano detto che un terremoto all’Aquila era “poco probabile”. Poi il terremoto è arrivato e ha ucciso 308 persone. Per questo tutti i membri della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile sono stati condannati a sei anni di carcere.

La sentenza ha provocato aspre reazioni da parte dei condannati e anche dalla comunità scientifica italiana.

La Commissione era stata chiamata a dare il proprio parere tecnico-scientifico sul rischio terremoti all’Aquila. I commissari si riunirono il 31 marzo del 2009. Una settimana dopo il terremoto, il 6 aprile 2009.

I membri della Commissione sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni per il terremoto. L’accusa aveva chiesto quattro anni..

I condannati sono Franco Barberi, presidente vicario della Commissione, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile, Enzo Boschi, presidente dell’Ingv (l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), Giulio Selvaggi direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case, Claudio Eva ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione Civile.

Danno, economico e di immagine, anche per la Presidenza del Consiglio dei ministri che è stata riconosciuta dallo stesso tribunale responsabile civile  e dovrà provvedere, in solido con i sette componenti della Commissione Grandi Rischi condannati. Palazzo Chigi dovrà concorrere, con gli imputati, anche al pagamento di oltre 7 milioni provvisionali esecutive.

Oltre alla condanna a sei anni di reclusione, ai Commissari è stata inflitta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il giudice ha anche disposto un risarcimento da 7,8 milioni di euro. A questa cifra vanno sommate le spese giudiziarie delle parti civili che ammontano a oltre 100 mila euro.

”Sono avvilito, disperato. Pensavo di essere assolto. Ancora non capisco di cosa sono stato accusato”, ha detto Enzo Boschi, commentando a caldo la sentenza di condanna del tribunale dell’Aquila.

Per l’attuale presidente della Commissione Grandi Rischi, Luciano Maiani, ”E’ la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato”.

Secondo Filippo Dinacci, avvocato di De Bernardinis e Dolce, “Questa sentenza avrà grosse ripercussioni sull’apparato della pubblica amministrazione. Nessuno farà più niente”.

Per il pm Fabio Picuti ”Non ci sono commenti da fare se non quelli del giudice che ha letto la sentenza: tutto il filo conduttore del processo non era la ricerca di colpevoli, ma quella di capire i fatti, perché noi con il compianto procuratore capo, Alfredo Rossini, volevamo solo capire i fatti. L’Aquila ha consentito che si tenesse questo processo delicato e si arrivasse a sentenza”.

E a chi, all’inizio dell’inchiesta, parlava di ”processo folle” il pm ha risposto: ”Non credo proprio, anche se qualunque processo penale rappresenta una sconfitta per tutti”. Picuti per la seconda volta consecutiva vede accolta la richiesta di condannare i responsabili delle vittime del terremoto, dopo quella della scorsa settimana che ha visto dare tre anni e mezzo al direttore dei lavori dello stabile di via Rossi, in cui lo stesso direttore perse la figlia.

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