Per due studiosi la possibilità di un terremoto 6.2 a Mirandola “era nota dal 2007”

La mappa sismica di Dario Camuffo e Eugenio Carmina

MODENA – Un terremoto di magnitudo attorno ai 6 con epicentro a Mirandola? C’è chi ne aveva scritto. Non “previsto” ma scritto, già nel 2007. Lo hanno fatto due scienziati, Dario Camuffo e  Eugenio Carmina, in un articolo apparso sulla rivista Global e Planetary Change. Gli stessi scienziati, nella pubblicazione che analizzava il rischio sismico in una vasta porzione del Nord Italia, indirettamente lanciano un allarme su Mantova (magnitudo possibile 5.9) e provincia di Verona, dove una scossa potrebbe arrivare dino a 6.5.

Dei due scienziati solo Carmina è sismologo, esattamente presso il dipartimento di scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma. Camuffo invece, si occupa di climatologia  per il Cnr, Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Padova. La loro pubblicazione, spiega il Corriere della Sera, aveva lo scopo di analizzare le conseguenze dei terremoti sulla zona attorno a Venezia. Ma quello che colpisce è quanto spiegano i due studiosi: per indicare le aree a rischio, infatti, Camuffo e Carminati non hanno usato altro che i dati già messi a disposizione dalla comunità scientifica.

Secondo entrambi, il terremoto che sta interessando l’Emilia, non era affatto inaspettato. Dal punto di vista storico-scientifico infatti, non era così improbabile: “La mappa del 2007 l’ho costruita sostanzialmente sulla base di informazioni disponibili dalla comunità scientifica e dal mondo intero – dice Carminati – pubblicate sul sito dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). Si vedono le faglie conosciute che potrebbero dare terremoti in Italia. Tra queste c’è la faglia di Ferrara e la faglia di Mirandola. L’ultimo grande terremoto dell’area è del 1570, e il tempo di ricorrenza è molto ampio: vuol dire che magari un terremoto arriva dopo 250 anni e un’altra volta dopo 500 anni. Mi ha sorpreso però sentire dire che la pianura Padana è poco compresa nelle aree potenzialmente sismiche”.

Continua Carminati: “In realtà la sorgente sismica era conosciuta bene e anche la potenzialità sismica dei terremoti. Queste conoscenze sono state sottovalutate. Per me non era una novità. La zona è stata inserita tra le zone a pericolosità medio-bassa a partire dalla fine degli anni Novanta, ed è vero che quello che è accaduto è un terremoto di magnitudo media”.

La carta di pericolosità è un approccio statistico che dà informazioni sismiche sulla probabilità che avvenga un evento entro un dato periodo di tempo. Dall’analisi di questa carta insomma, la probabilità che arrivasse un terremoto nella zona di Mirandola era bassa, però quando è arrivato era della magnitudo aspettata intorno a 6.

A proposito della fuoriuscita di fango e sabbia dalle fratture nel suolo, uno dei fenomeni di questo evento sismico che maggiormente hanno colpito, Carminati spiega che si tratta del “fenomeno della liquefazione delle sabbie. I sedimenti della pianura Padana sono molto ricchi d’acqua. Quando sono scossi da un terremoto, i granelli di sabbia si compattano e riducono i vuoti. Ma se negli interstizi c’è acqua, questa viene espulsa velocemente creando vulcanetti di fango e avviene la compattazione del suolo”.

Prosegue il sismologo: “”Non si poteva prima  e a maggior ragione non si può oggi  considerare la zona come non sismica. Le persone, per esempio del Ferrarese, erano totalmente ignare delle pericolosità sismica di questa zona. Ormai è tardi, ma si sarebbero dovute informare le popolazioni di questo rischio”. “Il nostro articolo è del 2007, ma è basato su conoscenze risapute e pubblicate da anni”, aggiunge Camuffo. “Chi aveva la responsabilità e la conoscenza di queste informazioni doveva svegliarsi un po’ prima. La mappa merita ancora di essere diffusa e meditata a salvaguardia di persone e cose, perché vi sono ancora zone a rischio non adeguatamente comprese”.

Come mostrato infatti dalla carta sismica di Camuffo e Carminati pubblicata dal Corriere, l’area di Mantova è inserita nella zona a rischio bassissimo o nullo. Secondo i due studiosi però, anche questa zona potrebbe essere colpita da un sisma fino a 5.9 che potrebbe produrre danni elevatissimi in un’area ricca di patrimoni artistici risalenti al Rinascimento.

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