Terremoto Modena, muore in container: aspettava casa

Terremoto Modena, muore in container: aspettava casa (foto Ansa)
Terremoto Modena, muore in container: aspettava casa (foto Ansa)

MODENA – Giuseppe Scannavini, un pensionato di 83 anni originario di Mortizzuolo di Miranda è morto in un container, senza aver avuto la possibilità di rientrare nella sua abitazione danneggiata dal terremoto del 2012.  Giuseppe Scannavini voleva rientrare nella sua abitazione, ma tra promesse mancate e cavilli burocratici, il pensionato non ha potuto coronare il suo semplice sogno. La malattia ha fatto prima dello Stato. Un cancro fulminante se l’è portato via qualche settimana fa, in un container di fortuna messo a disposizione dopo il terremoto. “Una vittima della burocrazia” scrive la Gazzetta di Modena.

“Papà si è ammalato per i tanti dispiaceri dovuti ad un’attesa così lunga – si sfoga sconsolato il figlio Mauro – il suo unico desiderio era rientrare in casa insieme a mia madre, invece la malattia ce l’ha portato via in poco più di un mese. I miei genitori hanno fatto gli agricoltori per una vita, ma una volta andati in pensione, avevano chiuso la partita iva. Cosa che però in Comune non risulta, così per un cavillo ci viene negato di usufruire dei 72mila euro a cui avremmo diritto per sistemare in parte la casa. Una cifra che comunque non risolverebbe il problema, perché l’abitazione è di più di 300 metri quadri e per i danni che ha subito, servirebbero in tutto 130mila euro. E con uno stipendio da operaio come il mio, aggiungiamo pure i 400 euro al mese di pensione di mia madre, ma non riusciamo ad ottenere nemmeno quei 72mila euro che ci spettano, come facciamo anche solo a pensare di rientrare in casa nostra? Ormai siamo rassegnati”.

Una rassegnazione quella della famiglia Scannavini – scrive Valentina Corsini della Gazzetta di Modena – che va avanti da quel maggio, e che costringe ancora oggi Ivana, vedova di Giuseppe, a vivere tra un container e uno stabile adibito a lavanderia, riadattato giocoforza in questi anni ad abitazione di fortuna.

“I primi mesi dopo il terremoto, io e mio marito li abbiamo passati tra tenda e roulotte – afferma Ivana – poi abbiamo riadattato la lavanderia a cucina, e il container, arrivato nel 2013 grazie all’Associazione agricoltori, a camera da letto e bagno. Dopo 4 anni, il dolore per non essere rientrati in casa nostra, ha fatto ammalare e infine morire mio marito. Perchè il dolore, le preoccupazioni, a una certa età hanno un peso essenziale. E come se non bastasse, pochi giorni dopo il suo funerale, i ladri mi hanno saccheggiato il container”.

 

 

 

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