Terremoto Sicilia, esperti: “Presto scossa di 7.5”. Ingv: “Così fate terrorismo”

PALERMO – La Sicilia di terremoti e forti scosse negli ultimi 25 anni ne ha sentite parecchie. Nel 1985 la Protezione civile invitava le autorità siciliane a predisporre piani di emergenza in vista di una forte scossa attesa nella Sicilia orientale entro 15 anni. Le scosse arrivarono, forti ma non devastanti, anche se di morti ne fecero diversi, a Zafferana Etnea, a Carlentini, a Palermo. Ma, come riporta La Stampa, il forte terremoto che da secoli si aspetta in Sicilia, dopo il disastroso terremoto del 1693 che spazzò via la Val di Noto, non è arrivato. Gli esperti però sono certi, “ci sarà, e le autorità lo temono, perchè poco o nulla è mai stato fatto per la prevenzione e nemmeno per affrontare il day after”.

Allarmano dunque le dichiarazioni del direttore del centro Enea di Bologna Alessandro Martelli che, dopo le prime scosse in Emilia, ha annunciato: “Ora tocca al Sud, in particolare a Sicilia e Calabria”. Il presidente dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Stefano Gresta, è andato su tutte le furie: “Questo è allarmismo, direi terrorismo”.

Sui social network da settimane i siciliani discutono animatamente. E le piccole scosse delle ultime ore, sabato mattina un 2.6 nel golfo di Catania, venerdi due scosse di 3.8 e 2.4 tra l’isola e la Calabria, incrementano la preoccupazione. Il fatto è che tutti gli esperti danno per certa la scossa disastrosa, si parla di un 7.5 Richter che lascerebbe ben poco in piedi nelle zone interessate (da Messina a Catania a Siracusa a Ragusa le aree più a rischio) ma nessuno può dire quando.

Gresta dell’Ingv è categorico: “Gli algoritmi vanno sottoposti a test e dubito che quelli dell’Enea li abbiano superati. Nè ci dicono quanti degli allarmi lanciati in passato si siano rivelati falsi. Anche noi lavoriamo con gli algoritmi – spiega – Quattro hanno superato i test con le previsioni in Italia per i prossimi 10 anni: confermano un’alta pericolosità per quasi tutto il Paese. Che facciamo? Evacuiamo per 10 anni mezza Sicilia?”.

E il responsabile della Protezione civile nell’isola, Pietro Lo Monaco, ammette: “Non c’è una legge che imponga di mettere in sicurezza gli edifici”.

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