Terremoto, stato d'emergenza esteso fino al 31 maggio 2013

ROMA, 7 GIU – Lo stato di emergenza per il terremoto, dichiarato con le delibere del Consiglio dei Ministri del 22 e del 30 maggio scorsi e previsto fino al 21 luglio, e’ prorogato al 31 maggio 2013. Lo prevede il decreto relativo agli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma e firmato ieri sera dal presidente della Repubblica.

Un fondo-ponte per la ricostruzione grazie all’anticipazione bancaria, a tasso ridotto, dei finanziamenti pubblici, cosi’ da non dover attendere l’ erogazione ufficiale degli stanziamenti; la possibilita’ di far slittare fino alla ricostruzione il pagamento dell’Imu per le imprese a cui viene riconosciuta l’inagibilita’ e l’introduzione di ammortizzatori sociali straordinari per i lavoratori stagionali in base alle prestazioni fornite negli anni precedenti: sono le tre principali novita’ negli interventi che la Regione Emilia-Romagna sta mettendo in campo per affrontare le conseguenze del sisma sul settore agricolo e che l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha illustrato alla commissione Politiche economiche, presieduta da Franco Grillini.

Anche se ”al momento non sono disponibili dati puntuali sulla stima dei danni – informa Rabboni – perche’ bisogna attendere la verifica di agibilita’ sismica di tutti gli edifici”, la Regione ha gia’ provveduto a identificare tutte le criticita’: le imprese agricole nelle zone coinvolte sono 14.000, di cui 700 con allevamenti, per un totale di 215.000 ettari di terreno, pari al 20% della superficie agricola regionale”. Sono da mettere in conto, elenca Rabboni, i danni alle abitazioni agricole, ai fabbricati rurali o di servizio, come stalle o serre, la perdita di animali, mezzi tecnici, macchinari e attrezzature, i danneggiamenti alle strutture di lavorazione, conservazione e trasformazione dei prodotti, dalle aziende enologiche ai caseifici, passando per le acetaie e le imprese dell’ortofrutta e dei cereali e anche il crollo degli impianti fotovoltaici costruiti sui tetti, dei quali molti erano di recente installazione. Desta ”particolare preoccupazione”, spiega l’assessore, la raccolta dei cereali e dell’ortofrutta, perche’ al momento, dato l’alto numero di strutture inagibili, e’ difficile pensare ad una soluzione per lo stoccaggio della nuova produzione. ”Altro elemento sottovalutato” sono le strutture dei consorzi di bonifica, che in alcuni casi hanno registrato danni non solo agli argini degli stessi canali di bonifica, continua Rabboni, ma anche alle funzionalita’ di sollevamento delle acque e di distribuzione per usi irrigui: ”Puo’ essere un problema in territori dove molte colture hanno un particolare fabbisogno idrico”.

Gestione cookie