GENOVA – Li hanno fermati appena sbarcati nel porto di Genova dal tragetto Excellent della compagnia Grandi Navi Veloci proveniente da Tunisi. Si tratta di tre cittadini libici accusati di riciclaggio aggravato da finalità di terrorismo internazionale. I tre viaggiavano a bordo di tre auto Hyundai identiche. Sui loro telefonini sono state trovate alcune fotografie di armi e di guerriglia e documentazione al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Ne dà notizia il quotidiano ligure Il Secolo XIX. Si tratta del secondo blitz anti-terrorismo nell’arco di breve dopo quello di alcuni giorni fa all’aeroporto Cristoforo Colombo: in manette sono finiti due sedicenti siriani sorpresi con documenti falsi e foto di armi nel cellulare.
Il caso dei tre libici è seguito dai pm Piercarlo Di Gennaro e Federico Manotti. I tre stranieri di 50, 43 e 39 anni erano senza bagagli nelle loro auto e ora sono in carcere a Marassi. Nelle prossime ore saranno interrogati dal giudice. Indagini sono in corso per capire se avessero in programma incontri con qualche islamico radicale ligure o del Nord Italia.
Da settimane la polizia indaga sul cinquantenne A. A. In particolare gli investigatori stanno vagliando i suoi rapporti molto stretti con un altro personaggio che vive perlopiù in Liguria, un fondamentalista straniero intorno al quale si starebbe coagulando una rete di fanatici.
Il 31 dicembre, all’aeroporto genovese erano stati arrestati due sedicenti iraniani diretti a Londra con documenti falsi del Belgio accusati dalla procura dell’aggravante di terrorismo. Secondo il gip i due, un uomo e una donna, possono far parte di una cellula terroristica internazionale. Anche nei loro telefoni cellulari foto di armi e di scene di guerra.