Test Invalsi, denuncia studenti: “Voti bassi in condotta a chi boicotta”

Pubblicato il 22 Maggio 2012 - 17:27 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si sono conclusi i tanto detestati test Invalsi che hanno coinvolto gli studenti delle classi, prima elementari e medie, poi superiori. Un mega monitoraggio che mira a valutare i livelli di apprendimento degli studenti. Ma non in tutte le scuole e non in tutte le classi prof e alunni si sono cimentati con i quiz come previsto. E a chiusura del superscreening il Ministero si affretta a dare i numeri sulla partecipazione: solo una ventina di classi avrebbero effettuato il boicottaggio. Ma il dato è relativo, contestano i sindacati, perché fondato su un campione di sole 2.034 classi. E c’è pure chi denuncia: “Minacce di voti bassi in condotta a chi prova a sottrarsi”.

Dalle scuole, racconta il Fatto Quotidiano, sono arrivate segnalazioni di ogni tipo: docenti che aiutavano gli allievi a rispondere ai quiz, docenti distratti che lasciavano copiare, intere classi che hanno consegnato i modelli di prova in bianco. Anomalie a cui i dirigenti scolastici hanno risposto nei modi più disparati: chi ha lasciato fare, chi minaccia  pesanti sanzioni sia nei confronti dei docenti che degli studenti che hanno contestato i quiz. E sì perché, va ricordato, con un sette in condotta l’alunno rischia la bocciatura e se le minacce riportate dall’Unione degli Studenti sono vere, la situazione rischia di farsi davvero incandescente.

In prima fila a boicottare questo strumento di rilevazione degli apprendimenti si sono schierati i Cobas per i quali, norme alla mano, i test Invalsi non sono affatto obbligatori.”Con le prove Invalsi – sostengono i Cobas – si riducono i docenti al ruolo di addestratori di quiz e si destinano gli studenti alla manovalanza precaria”. Anche L’Unione degli Studenti ha contestato il dato sulla partecipazione comunicato dal ministero dell’Istruzione: “Questo dato riguarda solo le classi campione di tutti i gradi di istruzione. Questo significa che riguardano classi in cui erano presenti i commissari dell’Invalsi e dove dunque docenti e studenti erano sottoposti ad un maggior grado di pressione nella compilazione dei test”.

“I dati diffusi dal Miur – si legge in una nota – sono anche riferiti a gradi di scuola (primarie e secondarie di primo grado) dove gli studenti sono quasi per nulla attivi nella partecipazione studentesca. Questi si riferiscono infine agli interi gruppi classe, invece il boicottaggio dei test si è espresso anche singolarmente come dato individuale dello studente, ed in questo modo è stato totalmente ignorato nella conta. I dati diffusi risultano pertanto viziati”. “Non intendiamo entrare in una guerra di cifre e comunicati, ma il boicottaggio ha riguardato un numero elevatissimo di studenti: prova ne sono anche le centinaia di immagini irriverenti che gli studenti hanno diffuso sui social network all’indomani della prova. Il Miur – afferma l’Unione degli Studenti – dovrebbe assumere il dato ampio il rifiuto che gli studenti hanno messo in campo ed aprire un tavolo di discussione serio con le associazioni studentesche, dei genitori e i sindacati dei docenti su come si valuta realmente la scuola italiana”.

“Denunciamo infine – conclude nella nota l’UdS – il comportamento vergognoso di alcuni professori e presidi che hanno minacciato voti in condotta ribassati a causa del boicottaggio e valutazioni sui registri di classe delle prove che vanno al di fuori di ogni senno e legalità. Come sostiene anche l’Invalsi le prove devono essere totalmente anonime ed è vietato risalire dalle prove all’identità dello studente per valutarlo o sanzionarlo, siamo inoltre tutelati dalla libertà di espressione sancita dallo Statuto degli Studenti e delle Studentesse che non può essere sanzionata. Invitiamo pertanto studenti e studentesse che hanno subito questi atti ingiusti di denunciarli al nostro sportello diritti”.