Test Medicina, beffa riammessi: non possono scegliere in che università andare

Test Medicina, beffa riammessi: non possono scegliere in che università andare
Test Medicina, beffa riammessi: non possono scegliere in che università andare

ROMA  – Riammessi al test di Medicina dopo aver vinto il ricorso al Tar. I 2500 aspiranti medici pensavano di aver realizzato un sogno, ma presto si sono dovuti risvegliare. Se vorranno inseguire il sogno di diventare medico, dovranno farlo non nell’università preferita ma in una di quelle dove i punteggi registrati sono più bassi.

Questa la decisione del ministero dell’Istruzione in una nota del 22 settembre emanata dopo la sentenza del Tar, una decisione che ha scatenato la protesta dell’associazione degli studenti Usu: “Non tiene conto neppure delle esigenze strutturali delle università”.

Camilla Mozzetti sul Messaggero scrive:

“i candidati, durante il test di aprile potevano indicare tre opzioni per gli atenei dove seguire i corsi di Medicina. Con il provvedimento emanato dal dicastero di viale Trastevere, che tiene conto della sentenza del Tar ma che fa leva sulla «carenza di qualsivoglia indicazione del tribunale in ordine alle modalità di esecuzione dei provvedimenti cautelari», i candidati che hanno vinto il ricorso saranno costretti a spostarsi in altre sedi.

Prendiamo i casi di Bari o Tor Vergata, ad esempio, due degli atenei in cui, proprio lo scorso aprile, si verificarono una serie di anomalie sul corretto svolgimento dei test. Il ricorrente dell’ateneo di Bari, che aveva indicato l’università pugliese come prima scelta, ma con un punteggio di 30, dovrà spostarsi presumibilmente nella seconda o terza università indicata, giacché lo scarto tra il punteggio minimo ottenuto dal primo classificato in graduatoria (37,1) è troppo alto rispetto a quello ottenuto dal ricorrente. Ci sono, però, anche numerosi candidati che hanno indicato una sola università e che, pertanto, potranno immatricolarsi in quell’ateneo, al netto del punteggio conseguito. E qui risiede il primo problema”.

Michele Bonetti, legale dell’Udu, e il coordinatore nazionale Gianluca Scuccimarra, spiegano che ci sono molte criticità:

“«Riteniamo illegittimo il provvedimento perché le ordinanze del Tar sono più che chiare e stabiliscono le immatricolazioni dei candidati nelle sedi presentate in ricorso e poi perché il ministero, pur aprendosi alle immissioni in sovrannumero, non può intervenire su provvedimenti già in essere»”.

Altro aspetto da non ignorare è la capacità di accoglienza delle università per il numero di candidati ammessi:

“l’Unione universitari, che solo ieri ha dovuto placare gli animi di molti ricorrenti, ha conteggiato sulla base dei punteggi minimi dei candidati, cui è stato riconosciuto il ricorso, un’eccedenza per alcune strutture universitarie, come quella di Sassari rispetto agli atenei del nord Italia, che saranno prese d’assalto senza avere la capacità strutturale di far fronte a un numero maggiore d’immatricolazioni”.

 

L’Udu ha così concluso:

“«Impugneremo la nota ministeriale dinanzi al Tar del Lazio – conclude Bonetti – perché proprio il ministero, oltretutto, non ha tenuto conto del fatto che molti ricorrenti non hanno i mezzi per studiare lontano da casa e che probabilmente decideranno di abbandonare». «Un provvedimento del genere – aggiunge Scuccimarra – senza essere accompagnato da un adeguato sistema di borse di studio, rappresenta solo un modo per eludere le decisioni dei Giudici»”.

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