Test Medicina: cultura (generale) vade retro. Rivolta anti domande sul mondo

Test Medicina: cultura (generale) vade retro. Rivolta anti domande sul mondo
Un test di medicina (foto ANSA)

ROMA – Test Medicina, stavolta le domande di cultura cosiddetta generale sono state aumentate da misere due (atto di presenza) ad una consistente dozzina. Non l’avessero mai fatto! Sgomento e indignazione di moltissimi esaminandi e aspiranti medici. Sgomento e indignazione cui con spontaneità si è accodata molta gente comune (non sono mancate nel cortei degli sgomenti e indignati le onnipresenti associazioni consumatori). Tutti in corteo e in coro a declinare l’obiezione: che c’entra la cultura con la medica? Dove sta scritto, quando mai un dottore in medicina deve sapere in che mondo vive?

Nel test c’erano domande niente meno che sui presidenti degli Usa, su chi fosse la Montessori, sulla crisi di Cuba. Insomma domande, minime, di storia. E domande, minime, sulle coordinate sociali e culturali del mondo in cui l’umanità vive. Troppe, troppo e troppo fuori luogo secondo gli sgomenti e indignati.

Da ieri sgomenti e indignati (che se non sono la maggioranza dei diretti interessati poco ci manca) sono dio fatto in rivolta. Invocano il vade retro alla cultura generale. In nome del saremo medici, che ci frega della storia, della geografia, dell’economia, della società, di tutto il resto? Manca poco che aggiungano: saremo medici, che ci frega dell’italiano? Manca poco ma spesso i testi scritti e le prove orali mostrano manca nulla.

Rivolta in corso e forse ricorso (non mancano gli organizzatori di ricorso professionali in questo paese) contro l’invasione aliena degli ultracorpi della cultura (generale?) nel test niente meno che di Medicina. Rivolta sostenuta e argomentata a sua volta da una cultura diffusa: quella che vuole l’acquisizione di sapere e competenze come attività in se stessa sospetta e di cui sospettare. La cultura che prevede, anzi assicura si possa essere ottimo medico essendo ignorante, con orgoglio, del resto del mondo, di tutto il resto del mondo.

Cultura che non farà ottimi medici. Farà dei medici (se mai lo diventeranno) che giudicheranno esaurito il loro dovere/piacere di sapere e apprendere una volta superati i test e gli esami universitari. Poi mai più una lettura, un aggiornarsi. Mai più studiare dopo il pezzo di carta. In sintonia con le milioni e milioni di famiglie che mai più un libro da studiare dopo quelli di scuola.

C’è questa cultura alla base della rivolta contro la cultura (generale?). Anzi ce ne sono due di culture a sostenere la rivolta. L’altra è quella del non azzardatevi a valutarmi, non provateci a fare selezione, dio maledica gli esami in cui non sono tutti promossi. Il reclutamento di insegnanti nella scuola già prevede concorsi per andare in cattedra dove non sono previste bocciature: saranno tutti prof. In coerenza gli aspiranti medici (ma non solo loro) non vogliono e vogliono abbattere il numero chiuso degli accessi in Facoltà, i test di ingresso, la selezione. In nome del saremo tutti medici.

Adesso va di moda dire selezione alla francese: in Francia non ci sono test di ingresso, la selezione avviene alla fine del primo anno di corso. Bene, meglio dei test. Ma lì la selezione è durissima e spietata: chi non va o non ce la fa va fuori. Qui, nella terra dove si ricorre al Tar (e si vince) per una lode non appiccicata al voto, te la immagini la selezione dopo il primo anno di Medicina? Cortei di protesta sotto il Miur, comitati di mamme a sostegno dei bocciati, compagnie di sociologi a sostenere che bocciare è non amare, comitati di bocciati accolti da ministri e partiti politici…Regolare nel paese e nella cultura del vade retro cultura (generale?).  

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