Test medicina-test Italia: esami più facili, più della metà neanche punteggio minimo. Si griderà: no numero chiuso!

Test preliminare per l’accesso alla Facoltà di Medicina: circa 60 mila candidati, solo 28.793 hanno passato il primo step, il livello minimo ed elementare o quasi. Più della metà non ce l’ha fatta e questo nonostante l’esame fosse stato reso più facile abbassando il punteggio minimo per superarlo. E’ un test di accesso ad una facoltà universitaria ma è anche una parabola che narra dell’Italia tutta, delle sue posture socio-culturali. E’ un test-Italia.

Tasso di difficoltà più basso è bello

Ovunque, in ogni professione e attività, in Italia è considerata cosa buona e giusta abbassare l’asticella della prestazione professionale. Il nessuno va lasciato indietro è stato incarnato e realizzato nel tutti fermi o comunque a passo lento. Tutti devono superare l’asticella della prestazione professionale che va quindi tenuta bassissima , possibilmente rasoterra. Avvocato, giornalista, ingegnere ma anche geometra o autista di mezzo pubblico o quale che sia il mestiere, l’asticella va tenuta bassa, nessuno deve inciampare nella difficoltà. Il difficile è nemico del popolo lavoratore. Secondo questo comandamento stringente della liturgia pop, anche il test per entrare a medicina è stato reso più facile. Ma ad asticella abbassata la metà sono comunque inciampati.

Colpa dei test?

Si è detto e si dice: colpa dei test, non si selezionano iscritti i questa o quella facoltà con i test. Nessuno però ha detto mai come altrimenti la selezione se non con dei test. Colloqui, esami scritti e orali? Mai detta quale sia e debba essere l’alternativa ai test, per l’ottimo motivo che l’alternativa voluta non è nessun test ma nessuna selezione.

Colpa delle domande quiz?

Com discreto trionfo del pragmatismo ignorante è stato più volte osservato: perché nei test per entrare a medicina domande di cultura generale? Obiezione tronfia della propria supponenza secondo la quale um medico che sappia del mondo e del tempo in cui vive è strambo lusso rispetto alla sua attività di dispensatore di ricette o di taglia ossa. Bene, dall’ultimo test sono state tagliate, ridotte al minimo le domande di cultura (parola grossa) generale e aumentate quelle per così dire specifiche inerenti a biologia, chimica…Risultato: più della metà dei 60 mila non raggiunge il livello minimo nelle risposte. Ma il dubbio che il problema non sia nel test ma in chi il test lo fa non solo non sorge, è autentica blasfemia.

Il grido accorato sarà…

Eliminiamo il numero chiuso! Visto che un sacco di gente non passa neanche l’esame reso più facile, allora si elimini l’esame! Questo suggeriranno le organizzazioni degli studenti, questo sottoscriveranno le famiglie, questo apparirà saggio e doveroso alla pedagogia sociale progressista e all’opportunismo pop di cui non difetta la destra italiana. Questa sarà l’istanza: far fuori l’esame, abolire il numero chiuso a medicina e la chiameranno, già la chiamano, pari opportunità. Tanto più che già oggi e sempre più nell’immediato futuro mancheranno medici.

Quindi, tutti medici

Mancano e mancheranno medici, il test d’ingresso a medicina anche se più facile non lo passa neanche la metà. Dall’anno prossimo grande riforma: niente esame ma attestazione di un curriculum di interesse per la materia e attestato di frequenza a corsi informativi già durante gli anni della scuola superiore. Insomma molta chiacchiera e burocrazia a copertura del niente esame che è la sostanza. Quindi tutti medici quelli che medici vogliono essere. Senza barriere, ostacoli, senza dover saltare insopportabili e astruse asticelle di competenze e professionalità. La via migliore e maggiormente condivisa per avere medici all’altezza delle asticelle di competenza e professionalità che hanno superato nel formarsi. Che nessuno vada avanti è il piccolo prezzo da pagare perché nessuno sia lasciato indietro o resto fuori. Sperando sempre e sempre confidando che pagarlo quel piccolo prezzo, magari in un ospedale, tocchi a qualcun altro.

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