ROMA – Ci siamo, il Governo ha dato il via libera: entro due settimane test sierologici di massa a livello nazionale. Test che dovrebbero consentire di individuare i potenziali immunizzati, ovvero coloro che hanno sviluppato anticorpi al SarsCov2, e avere un quadro epidemiologico più chiaro della propagazione del virus.
Si potrà così avere il polso della pervasività del virus a livello territoriale ma anche in relazione ai diversi settori, definendo un profilo di rischio dei lavoratori in vista della fase 2 di riapertura del Paese a maggio.
Il condizionale tuttavia è d’obbligo. Perché nel frattempo anche le Regioni, rigorosamente in ordine sparso, si stanno già attrezzando a livello territoriale, ognuna con il suo test. Col rischio di trovarci con risultati diversi e magari contraddittori da Regione a Regione, da test a test. Esattamente il rischio denunciato dall’Oms che preme per un test unico valido per tutti.
In ordine sparso: i test Regione per Regione
La Toscana, ad esempio, ha già annunciato un accordo con 61 laboratori privati che permetterà di effettuare test sierologici per 400.000 persone. Il Lazio, che ha annunciato un piano di 300mila test, comincia in tanto con i primi 60mila destinati alle forze dell’ordine. In Lombardia, invece, saranno effettuati 20.000 test sierologici al giorno, dal 21 aprile, cominciando dagli operatori sanitari.
Ed il Comune da Milano sottoporrà ai test sierologici tutti i 4mila conducenti dei mezzi di trasporto pubblico della città. L’Emilia Romagna invece avverte che i test non potranno essere effettuati da privati e che questi laboratori potranno lavorare per la Regione.
Via libera al test sierologico su scala nazionale
Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha definito le caratteristiche della tipologia di test sierologico che dovrà essere impiegato su scala nazionale, e c’è il via libera del governo all’avvio della procedura pubblica per l’acquisto dei kit per gli esami ematici. Nell’arco delle prossime due settimane partirà dunque la campagna per i test di immunità in tutta Italia, con il coinvolgimento di un campione di circa 150mila persone suddivise per profilo lavorativo, genere e 6 fasce di età. A breve sarà pubblicato un bando con le indicazioni.
Oms: “Obiettivo avere un unico test nazionale”
L’obiettivo “è avere un unico test nazionale”, ha spiegato in conferenza stampa alla Protezione civile il vicedirettore dell’Oms e membro del Cts Ranieri Guerra, sottolineando che “se andiamo ad usare diversi test con diverse performance rischiamo di avere una difficile comparazione”.
Il test che verrà selezionato dovrà garantire “standard minimi di qualità” – tra cui avere un’attendibilità superiore al 95% – e sarà tra quelli che prevedono un prelievo da “sangue venoso” perché “quelli da sangue periferico non sono accettabili”.