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Timbravano il cartellino, ma si assentavano dal lavoro: indagati dieci dipendenti di società di pulizie

di Redazione Blitz |13 Novembre 2023 19:40

foto dal web

Timbravano il cartellino per certificare l’inizio del proprio turno di lavoro al Policlinico di Bari e poi si allontanavano per rientrare a casa o dedicarsi a faccende private. Per questo motivo, dieci dipendenti di una società di pulizie sono stati denunciati per truffa aggravata e false attestazioni in concorso. Tre di loro sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora e di accesso all’azienda ospedaliera. Nell’ordinanza, il gip del Tribunale di Bari Anna Perrelli parla di una “spiccata propensione a delinquere” degli indagati.

Timbrano cartellino e vanno a casa, denunciati

Per i pm, nel periodo compreso tra gennaio 2022 e febbraio 2023, avrebbero timbrato il cartellino di accesso al lavoro per poi allontanarsi e ritornare a casa, andare in palestra o svolgere commissioni private, facendo anche risultare attività di lavoro straordinario mai eseguito. Nell’indagine sono coinvolte altre sette persone denunciate a piede libero.

Le indagini

Le indagini – come si legge nell’ordinanza – avrebbero accertato “senza alcun margine di dubbio l’illecito ed irregolare modus operandi” degli indagati, che “erano soliti intraprendere la loro attività lavorativa alle 6, terminando il turno alle 12”. Poi però si sarebbero allontati dalla struttura “per ripresentarsi alle ore 18 circa, attestando falsamente la conclusione della loro giornata lavorativa” e gli straordinari mai eseguiti. Agli indagati viene contestata anche, “e soprattutto, la modalità truffaldina impiegata per garantirsi piena libertà di movimento nell’arco della giornata, avvalendosi della compiacente collaborazione dei colleghi disponibili alla marcatura” dei loro badge.

Nell’ordinanza viene fatto riferimento alla circostanza che uno degli indagati, tra l’aprile 2022 e il febbraio 2023, avrebbe percepito dall’azienda oltre 6mila euro di stipendio “per lavoro non effettivamente svolto”. In quel periodo – secondo l’accusa – si sarebbe invece recato per circa 90 volte in palestra o in orario lavorativo (quindi dalle 6 alle 12) o nelle ore conteggiate come lavoro straordinario.

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