ROMA – Francesco Greco, procuratore capo presso la Procura del Tribunale di Napoli Nord, ha annunciato l’apertura di un fascicolo per istigazione al suicidio circa la morte di Tiziana Cantone, la ragazza che si è tolta la vita a causa della depressione che l’ha colpita dopo essere diventata “celebre” per un video hard pubblicato sui social network e la maggior parte dei siti di informazioni locali, compresi quotidiani.
Agli inquirenti però, la mamma di Tiziana, riporta Il Mattino di Napoli, ha raccontato che la figlia era particolarmente agitata da cinque giorni perché, pur avendo ottenuto dai giudici il diritto all’oblio, era stata condannata al pagamento di quattromila euro di spese giudiziarie perché giudicata consenziente. Sarebbe stato questo, secondo la madre, il motivo scatenante del suicidio della figlia.
Condannata anche a rimborsare le spese legali a cinque siti per, complessivamente, circa 20mila euro. Si legge questo nella decisione del giudice sul provvedimento di urgenza chiesto dalla 31enne per la rimozione dai siti web dei video hard. La decisione è stata depositata lo scorso 8 agosto. Il giudice Monica Marrazzo aveva accolto parzialmente le richieste stabilendo che per alcuni motori di ricerca e altri siti, che avevano già provveduto alla rimozione delle immagini e dei commenti, l’azione era da respingere. La domanda, invece, era stata accolta nei confronti di Facebook e di altri soggetti ai quali veniva imposta l’immediata rimozione di ogni post o pubblicazione con commenti e apprezzamenti riferiti alla donna.
Per quanto riguarda, poi, le spese il giudice aveva condannato Facebook ed altri tre soggetti al pagamento di 320 euro ciascuno per esborsi e 3645 euro per compensi professionali. La ricorrente era stata condannata al rimborso nei confronti di Citynews, Youtube, Yahoo, Google e Appideas di 3645 euro, per ciascuno, per le spese legali oltre al rimborso delle spese generali nella misura del 15%.