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Tiziano Renzi, padre di Matteo indagato per “traffico di influenze” nell’inchiesta Consip

di Gianluca Pace |17 Febbraio 2017 8:36

Tiziano Renzi indagato per "traffico di influenze" nell'inchiesta Consip

FIRENZE – Tiziano Renzi, il padre di Matteo Renzi, è indagato a Roma per “traffico di influenze” nell’ambito dell’inchiesta Consip.

L’accusa viene contestata dal pm Mario Palazzi, titolare del fascicolo di quella parte dell’inchiesta Consip trasferita per competenza a Roma dalla Procura di Napoli.

I pm di piazzale Clodio intendono sentire Tiziano Renzi a breve, forse già la prossima settimana. Il procedimento all’attenzione dei pm romani è uno stralcio dell’inchiesta avviata a Napoli e inviata a Roma per competenza territoriale. Nell’inchiesta risultano indagati anche il ministro Luca Lotti, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia.

“Ho ricevuto questa mattina un avviso di garanzia dalla procura di Roma in cui si ipotizza ‘il traffico di influenza’ – ha detto Tiziano Renzi – Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina neanche conoscevo l’esistenza di questo reato che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati – cui va tutto il mio rispetto – potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro”.

Il reato di traffico di influenza, contestato a Tiziano Renzi in concorso con altri, è stato introdotto nel codice penale nel 2012. Mira a colpire anche il mediatore di un accordo corruttivo al fine di prevenire la corruzione stessa.

Tiziano Renzi – scrive Fiorenza Sarzanin del Corriere della Sera –  è stato iscritto per il reato di traffico di influenze per i rapporti con l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo per una serie di commesse pubbliche e in particolare il cosiddetto Fm4, la gara di Facility management del valore di 2,7 miliardi di euro bandita nel 2014 e suddivisa in diversi lotti. Si tratta di un mega appalto che vale oltre l’11 per cento della spesa pubblica nel settore.

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