Roma: figlio ex rettore Tor Vergata spacciava viagra farmacie comunali

Tor Vergata: figlio ex rettore spacciava viagra farmacie comunali
Tor Vergata: figlio ex rettore spacciava viagra farmacie comunali

ROMA – Tor Vergata: figlio ex rettore spacciava viagra farmacie comunali. Secondo l’accusa, citata da Giulio De Santis sul Corriere della Sera, il farmacista comunale prelevava di nascosto confezioni di Viagra, ma anche latte in polvere, creatina e medicine psicotrope, per poi venderle sotto banco a un giro di clienti che alimentava il traffico illegale nelle palestre che da anni frequentava: Manfredi Lauro, figlio di Renato, ex rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, dipendente di una delle 45 farmacie comunali di Roma (Farmacap) è stato arrestato con l’accusa di peculato.

Una confezione di pillole blu, sottratta dagli scaffali delle farmacie comunali, veniva rivenduta a 64 euro (sempre secondo l’accusa): teatro dei commerci le sale pesi delle palestre. Manfredi Lauro, secondo l’accusa, si sarebbe fatto notare (una direttrice sanitaria lo ha segnalato ai Nas) mentre lasciava il posto di lavoro con confezioni (anche deodoranti) di prodotti senza rilasciare regolari scontrini.

Il suo arresto è inserito nel contesto più ampio dell’inchiesta con cui la procura di Roma ha decapitato i vertici commissariali di Farmacap con l’arresto dell’ex commissario straordinario Francesco Alvaro con le accuse di turbativa d’asta per l’affidamento di servizi nella gestione di un asilo nido. Sul Corriere della Sera, Giulio De Santis descrive il contesto del traffico illegale attribuito al lauro.

A facilitare lo smercio delle pillole blu, vendute al prezzo di 64 euro a confezione, è stata la frequentazione delle sale pesi,come Lauro confessa in un’intercettazione a un’amica cui mostra i muscoli. Certo, pompare bicipiti non dovrà avergli fatto granché bene, visto che, come ammette Lauro, «le sostanze agiscono pure là». Però le conseguenze stimolavano gli amici a chiedergli il Viagra, che, in alcune occasioni, piazzava pure ai clienti del bar il «Cinghiale» in via Castel Porziano, vicino alla farmacia dove lavorava. (Giulio De Santis, Corriere della Sera)

 

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