Colpo della Digos a un’organizzazione anarco-insurrezionalista torinese e roveretana. Sono sette gli arresti e 23 le perquisizioni disposte dal Gip di Torino, a carico di altrettante persone. Perquisita anche la sede dell’emittente radiofonica “Radio Black Out”, in via Cecchi.
L’operazione ha interessato principalmente la provincia di Torino (Carmagnola-Moncalieri), Trento (Rovereto), Cuneo (Vicoforte) e Mantova (Viadana). Le accuse vanno dall’associazione a delinquere, all’istigazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di servizio pubblico, violenza privata, minacce, violazione di domicilio, danneggiamento e deturpamento e imbrattamento di cose altrui.
Numerosi i reati negli ultimi due anni. Una delle azioni tipiche era fomentare rivolte all’interno del Cie (Centro identificazione e espulsione). Si partiva col creare un contatto dall’esterno: fare rumore, lanciare palline da tennis con messaggi tradotti in più lingue. Da lì la rivolta interna al centro e, in contemporanea, la protesta all’esterno, nel quartiere residenziale di Corso Brunelleschi. Radio Blackout veniva usata come cassa di risonanza per dare sostegno all’operazione. Così il capo della Digos, Giuseppe Petronzi, racconta alcuni dei cinquanta episodi circa avvenuti negli ultimi due anni, oggetto dell’inchiesta sugli anarchici-insurrezionalisti che ha portato oggi all’alba a sette misure cautelari. Gli arrestati sono Andrea Ventrella, 36 anni, nato ad Aosta e residente a Torino; Fabio Milan, 32 anni nato a Carmagnola e residente a Torino; Luca Ghezzi, 30 anni nato a Chivasso e residente a Torino (Ventrella e Milan sono stati individuati come promotori, costitutori e organizzatori del sodalizio criminoso).
Altre tre persone sono agli arresti domiciliari: Paolo Milan, 27 anni nato a Carignano e residente a Carmagnola; Marco Da Ros, 37 anni nato a Pavia e residente a Torino. E una donna, Maja Cecur, 32 anni, nata a Sarajevo e residente a Torino. A Massimo Aghemo, invece, 42 anni, nato a Trofarello e residente a Torino, è stato inflitto il divieto di dimora nella provincia di Torino. Oltre a impedire la regolare funzionalità dei centri di identificazione ed espulsione per cittadini extracomunitari, gli anarchici-insurrezionalisti si sono resi protagonisti anche di altri episodi.
Tra le azioni più eclatanti, oggetto dell’indagine condotta dalla Procura di Torino, l’irruzione al museo egizio (giugno 2008), l’irruzione all’interno del Consolato greco di Torino (dicembre 2008), l’irruzione all’interno della lavanderia La Nuova, addetta ai lavori di pulitura dei vestiti del Cie (marzo 2009), l’irruzione all’interno del ristorante Il Cambio (marzo 2009), quella all’interno della sede della Cgil (settembre 2009). Contestate anche numerose azioni di violenza e minaccia nei confronti di esponenti di formazioni politico-sindacali (Lega Nord, La Destra, Cgil).