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Torino, la maestra d’asilo e quelle foto intime finite su WhatsApp

Torino: una maestra d’asilo conosce un calciatore dilettante e intreccia con lui una storia che dura pochissimo, ma dopo due settimane che si frequentano gli invia un video intimo e 18 foto. 

Tutto è accaduto in un paese in provincia di Torino. Una maestra d’asilo conosce un calciatore dilettante e intreccia con lui una storia che dura pochissimo. Dopo due settimane che si frequentano gli invia un video intimo e 18 foto. Lui posta tutto nella chat di WhatsApp del calcetto. La moglie di uno dei calciatori trova le foto e riconosce nella ragazza la maestra della scuola di suo figlio.

“La moglie di uno dei calciatori trova le foto e si accorge che si tratta della maestra d’asilo di suo figlio – racconta La Stampa -. E spedisce tutto ad altre tre mamme. Poi chiama la maestra e la minaccia: Guai a te se lo denunci o lo dici in giro. Altrimenti dico tutto alla dirigente dell’asilo. ‘Non riuscirà nel suo intento – scrive il pm Ruggero Crupi nell’avviso di conclusione delle indagini – solo per la ferma volontà della vittima di denunciare quanto accaduto’. La mamma a quel punto avverte la direttrice dell’asilo che invece di solidarizzare con la vittima la licenzia e la umilia rendendo noti i motivi del provvedimento. E dice che così la ragazza non riuscirà più a trovare lavoro”.

Alla fine, racconta ancora la Stampa, “la direttrice è finita a processo per diffamazione. Per l’ex fidanzato della vittima invece è andata peggio. Tanto che ha chiesto al tribunale di dribblare il processo e accedere alla messa alla prova, istituto giuridico che corrisponde a una sorta di risarcimento sociale a cui le persone per cui è prevista una pena sotto i 4 anni chiedono di accedere per evitare la condanna. Ma il giudice Modestino Villani ha usato il pugno di ferro: il periodo di lavori socialmente utili durerà un anno. L’imputato dovrà svolgere otto ore di servizio ogni settimana senza poter disporre di sospensioni nei mesi estivi o nei periodi festivi. La maestra ha chiesto centinaia di migliaia di euro di risarcimento, altrimenti si costituirà parte civile nel processo penale che attende la direttrice e la moglie spiona del calciatore”. (Fonte: La Stampa)

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