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Torino: mamma si getta dalla finestra con la figlia di 3 anni in braccio

di Emiliano Condò |16 Febbraio 2012 22:40

TORINO, 16 FEB – Giu' dalla finestra, a 33 anni, con la figlia di tre anni in braccio, in un volo di dieci metri che ha posto fine ad una disperazione e ad un'inquietudine che la stavano distruggendo e che l'hanno uccisa, insieme alla sua bambina: e' la tragedia che si e' consumata oggi, a Torino, nella comunita' di accoglienza dell'Opera Pia di strada San Vincenzo, sulla collina alla periferia della citta'.

La donna, residente in citta', viveva in comunita' da circa un anno. Aveva altri due figli, un maschio e una femmina, entrambi adolescenti. Il Tribunale dei minori aveva disposto il trasferimento dei tre figli in strutture protette e, soprattutto, il divieto che i due piu' grandi frequentassero la sorellina. Una decisione che la donna ha accettato ma con sofferenza infinita, che ha pesato sulla sua vita come un macigno, insopportabile.

Lei avrebbe voluto vivere con il nuovo compagno, padre della bambina, e con i due figli piu' grandi avuti dall'ex marito. Ma il suo desiderio si scontrava con il provvedimento che aveva imposto la separazione fra i tre minorenni: i problemi dei due giovani, emersi alla fine del 2010, per il Tribunale erano incompatibili con la convivenza insieme a una bambina piccola. Per questa ragione, da gennaio dello scorso anno era stato disposto il trasferimento in comunita' della donna e della figlioletta. Per lei la situazione si era fatta sempre piu' insopportabile con il passare dei mesi. Fino al tragico epilogo di stamani.

''Nostra nipote non e' stata seguita adeguatamente dal punto di vista psichiatrico'', hanno accusato gli zii non appena arrivati nella comunita' dove e' avvenuto il dramma. ''Da giorni – ha aggiunto l'avvocato Massimo Vecchio, legale della famiglia – dava segni di insofferenza. E inoltre mi chiedo come mai, nonostante io abbia presentato piu' di un'istanza in tal senso e la madre avesse dato parere favorevole, la bambina non sia stata affidata al padre, cosa che avrebbe sistemato almeno parzialmente la situazione''.

La bambina avrebbe vissuto col padre, la madre con i due figli piu' grandi, almeno fino a nuova decisione del Tribunale. L'iter per l'affidamento della piccola al padre, hanno precisato oggi dalla Procura di Torino, era tuttora in corso. ''Da mesi si stavano effettuando delle verifiche in tal senso''.

Prima di scoprire i fatti che avevano portato alla decisione del Tribunale, il compagno aveva cercato una casa che avrebbe potuto ospitare tutti e cinque. Il problema principale rimaneva pero' il reddito troppo basso della coppia: il lavoro saltuario della donna, che prima dell'ingresso in comunita' sopravviveva facendo lavori domestici, non sarebbe stato sufficiente a farli vivere tutti insieme.

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