Torino, bambina di 11 anni incinta dopo violenza: arrestato amico di famiglia

violenza-gravidanza
Torino, ragazzina di 11 anni incinta dopo violenza: arrestato amico di famiglia

TORINO – Aveva la pancia gonfia e così la mamma l’ha portata in ospedale. La bambina di appena 11 anni in realtà era incinta per via di una violenza sessuale. Ad abusare della ragazzina un uomo di 35 anni, amico di famiglia che si occupava di lei quando i genitori non c’erano. Poi la terribile scoperta lo scorso 17 novembre all’ospedale Sant’Anna a Torino e l’arresto dell’uomo, che si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Giovanni Falconieri sul Corriere della Sera scrive che l’uomo era considerato di famiglia, tanto che la bambina lo chiamava zio e si fidava di lui. Anche i genitori si fidavano dell’uomo, fino a quando non è emerso quanto accadeva quando i due erano soli in casa. Arrivata in ospedale per un mal di pancia, i medici hanno scoperto che era alla 21° settimana di gravidanza dopo le violenze:

“Lo zio, in realtà, non è uno zio. È un vicino di casa che si prendeva cura della bimba quando i genitori non c’erano. Kehinde (la chiameremo così per tutelarne l’identità), andava spesso a trovarlo con le sorelline di 4, 7 e 13 anni. Si fermava a dormire da lui quando «mamma e papà lavoravano anche di notte». Come si legge nella misura cautelare, depositata un paio di giorni fa dal giudice Alessandra Pfiffner, il 35enne «godeva della fiducia di tutta la famiglia», pur non essendoci «alcun legame di parentela». Il papà di Kehinde è operaio e lavora in fabbrica, la mamma è una collaboratrice domestica. «Quando dormivo dallo zio lui si avvicinava e io gli dicevo che non volevo. Dopo un po’ smetteva, altre volte insisteva. Poi mi diceva di non dire niente a nessuno, perché altrimenti non avrei più rivisto la mamma».

In carcere
I primi abusi si consumano nel settembre di un anno fa e avvengono all’interno di un modesto alloggio in Barriera di Milano. Altri episodi di violenza si verificano nelle settimane successive. Le settimane, poi, diventano mesi. L’uomo — come sottolinea il Tribunale — «approfittava dei momenti in cui la vittima dormiva» e la «costringeva a subire atti sessuali, tanto da metterla incinta». Quando la gravidanza diventa evidente, la verità viene alla luce in tutta la sua brutale asprezza. Il 17 novembre la bimba si presenta con la mamma al Sant’Anna. I medici del Centro soccorso violenza sessuale cercano di capire cos’è accaduto. «Perché la mamma ti ha accompagnato in ospedale per una visita?» chiede la dottoressa. «La mamma ha notato che la mia pancia era troppo gonfia. I medici mi hanno detto che aspetto un bambino». L’uomo che l’ha messa incinta, assistito dall’avvocato Manuel Perga, è in galera dopo essere stato fermato dalla polizia.

Gestione cookie