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Torino, rapinatore salvato da fratello gemello: impossibile riconoscere chi è il colpevole

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Torino, rapinatore salvato da fratello gemello: impossibile riconoscere chi è il colpevole

TORINO – Di fronte ai gemelli anche la giustizia si blocca: i fratelli sono due gocce d’acqua e risalire al colpevole è impossibile. La procura di Torino ha dovuto chiedere l’archiviazione di un’inchiesta su un litigio sfociato in rapina: l’indagato, K. H., marocchino di 27 anni, somiglia così tanto al fratello che una testimone, quando se li è ritrovati davanti, ha detto che le sembrava di “vederci doppio”.

L’incertezza – riassume il pm Andrea Padalino nel provvedimento inviato al tribunale – e un complesso di altre circostanze di contorno non consentono di sostenere l’accusa “con giudizio di prognosi dibattimentale favorevole”. Tradotto in linguaggio corrente, significa che al processo non si può chiedere la condanna. Il problema è che nessuno dei presenti sul luogo del fatto poteva immaginare che K.H. avesse un gemello. Le descrizioni, per quanto precise, si sono quindi rivelate inutili.

Il 29 dicembre 2016, in un fast food, scoppiò un alterco fra un marocchino e alcuni connazionali; la discussione proseguì fuori dal locale, dove uno dei componenti del gruppo colpì l’uomo e gli sfilò dalla tasca banconote per duecento euro. Il rapinatore, poi, si allontanò su un’auto. Testimoni e vittima dissero ai carabinieri di avere riconosciuto l’autore dell’aggressione: un cliente abituale, nonché un piantagrane che spesso litigava con le cameriere al bancone. Ma qualche ora dopo, a militari ormai andati via, il colpevole tornò dalle parti del fast food. “Sembrava cercare qualcosa”, riferirono i presenti, che restarono di stucco quando notarono il giovane che era con lui: “Erano assolutamente identici, impossibile distinguerli l’uno dall’altro”.

“Mi sembrava di vederci doppio”, sottolineò una commessa. I carabinieri provarono a sciogliere l’enigma qualche giorno più tardi mostrando ai testimoni una foto di K.H. in mezzo a quella di altri dieci individui: nessun dubbio, il volto corrispondeva al 100%, ma se fosse lui o l’altro non erano in grado di stabilirlo. Neanche la targa dell’auto è stata di aiuto. La vettura è di proprietà del fratello di K.H., ma chi può dire quale dei due ci fosse salito?

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