Torino: su una sedia a rotelle dopo un’operazione, ora chiede un risarcimento

Paolo Riva*
Pubblicato il 30 Marzo 2010 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA

Era entrato al Cto con le sue gambe, guidando fino all’ospedale e, dopo un’operazione al femore, ne è uscito su una sedia a rotelle. É successo a un venditore ambulante torinese di 47 anni al quale, pare, sia stato somministrato un farmaco sbagliato. Ora, il lungo processo penale che stabilirà di chi sono le responsabilità dell’accaduto sembra giunto alle fasi decisive. Nelle prossime settimane, alcuni testimoni chiave verranno sentiti a quasi sei anni di distanza da quel luglio 2005.

Il Centro Traumatologico Ortopedico

«Non ce l’abbiamo con il singolo infermiere –ha dichiarato a Repubblica l’avvocato della vittima– L’importante è che venga riconosciuta la responsabilità, palese, di chi ce l’ha in pieno: l’ospedale».  Al processo, infatti, un’infermiera è stata accusata di lesioni colpose perchè, dopo l’operazione, avrebbe fatto al paziente l’iniezione sbagliata: cloruro di potassio, al posto di morfina.

«La mia assistita –ribatte il difensore dell’operatrice sanitaria– non c’entra nulla. Non è stata a contatto con il paziente nelle ore in cui è stata fatta l’iniezione».

L’unica certezza è che la vita della vittima da allora è rovinata, anche dal punto di vista economico. Per questo, al processo penale si è affiancato un procedimento civile contro il Cto per un risarcimento da due milioni di euro. Servirebbero a compensare i danni biologici, morali e patrimoniali del venditore, ma i legali dell’ospedale hanno finora respinto ogni richiesta.

* Scuola di Giornalismo LUISS