Inutile la corsa in ospedale: l’uomo è morto poco dopo le 8 del mattino di martedì 14 settembre all’ospedale San Giovanni Bosco. All’interno dell’abitazione, i militari dell’Arma hanno trovato numerose lettere in cui il pregiudicato diceva di volerla fare finita.
L’arresto di Gottardo avrebbe dovuto essere eseguito questa mattina all’alba. I carabinieri di Asti, che erano risaliti a lui sulla base delle impronte digitali raccolte in una banca dell’astigiano rapinata venerdì scorso, hanno suonato il campanello della sua abitazione torinese, in via Fratelli Faa’ di Bruno, alle 5.30. ”Dobbiamo fare un controllo nell’ambito della sua liberta’ vigilata”, è stata la scusa adottata dai militari in divisa per farsi aprire.
”Non è vero, siete qui per la rapina dell’altro giorno”, ha risposto senza aprire il pregiudicato. ”Andate via o faccio saltare tutto per aria”, ha minacciato l’uomo, costringendo i carabinieri (insieme a quelli di Asti erano presenti anche quelli della Compagnia San Carlo di Torino) a far sgomberare le nove famiglie residenti nel palazzo. Dopo aver chiuso il gas e l’energia elettrica, i carabinieri hanno iniziato una lunga trattativa con il pregiudicato. Dopo oltre un’ora di tentativi di farsi aprire la porta, l’uomo ha smesso di parlare. I carabinieri hanno quindi sfondato la porta e, quando l’hanno trovato con le vene tagliate, si sono precipitati in ospedale. Per l’uomo, pero’, non c’e’ stato nulla da fare.