Afghanistan: è tornata in Italia la salma di Matteo Miotto. Il padre: “Fare chiarezza sulla sua morte”

Matteo Miotto

Tornata in Italia la salma di Matteo Miotto, cciso lo scorso venerdì in Afghanistan in una base avanzata del Gulistan. Il C-130 dell’Aeronautica militare italiana con la salma del caporal maggiore è atterrato alle 10,08 di domenica 2 gennaio all’aeroporto di Ciampino. A bordo dell’aereo, anche il generale Giorgio Cornacchione, comandante Centro operativo vertice interforze.

Raggiunta la piazzola di parcheggio del 31/mo Stormo dell’Aeronautica militare, l’aereo ha quindi spento o motori. A breve verra’ aperto il portellone posteriore del C-130 da cui, portato a spalla da 6 alpino del Settimo reggimento di Belluno dove era in forza il primo caporal maggiore Miotto, uscira’ il feretro avvolto nel tricolore.

Ora sarà allestita la camera ardente per il militare ucciso. Il corpo di Matteo Miotto resterà, dalle 16.30 alle 19, presso il policlinico militare del Celio, a Roma. Le esequie solenni si terranno nella Chiesa di S. Maria degli Angeli, a Roma, lunedì alle ore 11.

Il padre di Matteo avanza qualche dubbio sulla morte del militare: “E’ legittimo chiedere cosa sia successo – ha affermato Francesco Miotto – Ieri mi hanno chiamato i suoi comandanti dall’Afghanistan dicendo che era stato colpito ad una spalla, poi adesso si parla di un colpo che l’avrebbe raggiunto al fianco. I dubbi, come si vede, non li ho avanzati io, ci sono delle versioni che non sono concordanti”. “Non voglio alzare polemiche – ha aggiunto il padre sessantatreenne del militare – e posso capire che nei momenti concitati di un fatto come questo ci siano delle versioni discordanti. Ma noi famigliari vogliamo capire cosa è successo. L’esame autoptico lo faranno per questo”.

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