ROMA – “Il telecomando della strage in via D’Amelio era posizionato nel citofono del palazzo dove abitava la madre di Borsellino” è una delle ultime dichiarazioni di Riina divulgate in queste ore. “Fu lo stesso Borsellino ad azionare la bomba citofonando alla madre” dice compiaciuto Toto Riina ad Alberto Lorusso, la dama di compagnia del “capo dei capi”. Queste parole risalgono a novembre, e sono importanti per ricostruire l’attentato contro Paolo Borsellino, per molti aspetti ancora da ricostruire e con molti lati oscuri.
L’attentato.
I pm di Caltanissetta stanno ripercorrendo con attenzione le parole di Totò Riina per ricostruire la dinamica dell’attentato. Anche Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, due tra i più importanti pentiti di cosa nostra, non sono a conoscenza di chi, materialmente, usò il telecomando, chi ha premuto il bottone.
L’unica certezza è che alle 14,35 di quel 19 luglio 1992, una voce maschile annunciò al 113: “Tra mezz’ora esploderà una bomba sotto di voi” (telefonata poi distrutta, come racconta Repubblica).