Totò Riina, Rosy Bindi chiude le polemiche: “E’ il Capo di Cosa Nostra. Non esiste diritto di morire a casa”

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2017 - 15:49 OLTRE 6 MESI FA
Totò Riina, Rosy Bindi chiude le polemiche: "E' il Capo di Cosa Nostra. Non esiste diritto di morire a casa"

Totò Riina, Rosy Bindi chiude le polemiche: “E’ il Capo di Cosa Nostra. Non esiste diritto di morire a casa”

ROMA –  Totò Riina “è stato e rimane il capo di Cosa Nostra”. E non esiste alcun “diritto di morire a casa”. A mettere la parola fine alle polemiche nate sull’ipotesi di scarcerazione del Capo dei Capi è la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindisecondo la quale Riina “conserva immutata la sua pericolosità concreta e attuale, è perfettamente in grado di intendere e volere, non ha mai esternato segni di ravvedimento”.

La parlamentare ha relazionato dinanzi alla Commissione in seguito al sopralluogo avvenuto lunedì presso l’Ospedale Maggiore di Parma, dove il boss è ricoverato in regime di 41 bis.

“Mi sono recata ieri – ha spiegato Rosy Bindi – senza avvertire le strutture interessate e ho chiesto ai vicepresidenti della Commissione Fava e Gaetti di accompagnarmi in questo sopralluogo. Si è potuto constatare che il detenuto con i quale si è preferito non interloquire era in sedia a rotelle in buon ordine con sguardo vigile: Riina si alimenta autonomamente è sotto osservazione medica e costantemente assistito da equipe di infermieri”.

A Riina, è la valutazione della Bindi,

“è ampiamente assicurato il diritto, innanzitutto, ad una vita dignitosa e, dunque, a morire, quando ciò avverrà, altrettanto dignitosamente a meno che non si voglia postulare l’esistenza di un diritto a morire fuori dal carcere non riconosciuto dalle leggi vigenti”.

Inoltre il detenuto, nonostante le difficoltà motorie, si dimostra

 

“ancora vivamente interessato alle sue vicende processuali, nella piena condizione di manifestare la sua volontà, e, di converso, non avendo mai esternato segni di ravvedimento. Ha continuato a partecipare alle numerose udienze che lo riguardano dimostrando di conservare lucidità fisica e in qualche modo anche fisica”.

La delegazione della Commissione Antimafia si è recata anche presso la casa di reclusione di Parma, dove ha proceduto alla visita della cella in cui Riina è stato collocato fino al gennaio 2016 e dove potrebbe rientrare nel caso in cui il suo stato di salute dovesse consentirlo.

“Si è notato che, nonostante le ristrette dimensioni della cella assegnatagli, del resto corrispondenti a quelle inserite nelle sezioni dedicate al regime dell’art. 41-bis op, vi era già comunque la presenza di un letto di degenza, seppure con sistema manuale di vecchia tipologia – ha spiegato Bindi in Commissione – che, come spiegato dal direttore del carcere, venne fornito al detenuto sin dal momento in cui ne fu imposta la prescrizione, da oltre un anno.

Inoltre, il direttore ha aggiunto che è già stato realizzato il progetto, di cui la Commissione ha visionato copia, per ampliare la stanza – in modo sia di installare un letto ospedaliero più moderno, sia di creare un bagno accessibile con la sedia a rotelle, sia di consentire al personale della Asl di somministrare con maggiore facilità i trattamenti riabilitativi – e che i lavori avranno inizio oggi e richiederanno pochi giorni lavorativi”.