Totò Riina, ultima beffa: nei trentotto conti sequestrati solo pochi euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Luglio 2017 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
Totò Riina, nei trentotto conti sequestrati solo pochi euro

Totò Riina, nei trentotto conti sequestrati solo pochi euro

ROMA – Il caso del tesoro di casa Riina rimane ancora molto discusso. Questa volta si parla della casa di Riina nella quale, dopo il sequestro, sono stati segnalati “trentotto conti”. In questi sono stati rilevati solo pochi euro.

Il sequestro è scattato lo scorso 19 luglio e i carabinieri del Ros e della Compagnia di Corleone hanno segnato sul verbale la presenza di ben “trentotto conti” fra conti correnti bancari e postali, dossier titoli e libretti a risparmio. Il fatto su cui stanno indagando le autorità è che in questi conti è stata rilevata solo una piccola manciata di euro e si sta cercando di capire che fine possa aver fatto il resto dei soldi.

La parola chiave dell’atto d’accusa firmato dal procuratore Francesco Lo Voi è “sperequazione”. Infatti, scrive Salvo Palazzolo sull’edizione di Palermo di Repubblica, rimane avvolto dal mistero come i parenti del boss abbiano potuto fare assegni circolari, vaglia postali, aprire società se la somma di denaro di cui dispongono è insufficiente? Nello specifico, donna Ninetta avrebbe fatto assegni circolari e vaglia postali poi girati ai propri congiunti detenuti, mentre il genero di Riina, Tony Ciavarello, avrebbe aperto in Puglia le sue società impegnate nel settore dei ricambi di auto e camion.

Sebbene nel 2015 Ciavarello ha ereditato dal padre alcuni immobili, la Procura di Palermo ha chiarito che gli immobili in questione sono di “scarso valore, posto che comunque questi non risultano essere produttivi di redditi”.

Il tribunale Misure di prevenzione presieduto da Raffaele Malizia (a latere Giuseppina Di Maida e Vincenzo Liotta) ha inoltre scritto: “I nuclei familiari dei figli di Riina risultano non avere la disponibilità di redditi sufficienti a far fronte anche alle sole spese necessarie per il sostentamento degli stessi; ne consegue che in tale situazione, qualsiasi, pur minimo, accumulo di risorse, risulta del tutto ingiustificato”.